Il partito del “No” a tutto – dall’euro al TAV, dai trattati sul commercio intercontinentale alle trivelle e ai vaccini – ha i popri adepti a sinistra come a destra: non sarebbe dunque meglio che la politica assumesse come spartiacque fondamentale quello che passa tra il partito del “pro” e quello del “contro”?
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Rubrica Risponde Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera del 14 ottobre 2017, p. 31 – Gli altri documenti e interventi su questo argomento sono raccolti nel portale Il nuovo spartiacque della politica mondiale .
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Caro Aldo,
il panorama italiano comprende più partiti che idee. Per semplificare lo scenario, proporrei un bipartitismofondato sul “pro” e sul “contro”. Il partito “pro” sarebbe a favore di euro, Europa, libera impresa, diritti e doveri della persona, accoglienza ragionata degli immigrati e, in generale, a favore delle riforme. Il partito “contro” sarebbe ostile a tutti quei temi e pure a vaccini, Tav, voucher, valorizzatori energetici, pozzi petroliferi, oleodotti, innalzamento dell’età della pensione e a ogni cambiamento dello status quo. Non pensa che una esplicita scelta tra “pro” e il “contro” semplificherebbe la vita politica e la vita quotidiana?
Gianfranco Bossi
Caro Gianfranco,
la sua distinzione è suggestiva. Esistono due spartiacque della politica italiana. Quello tradizionale tra destra e sinistra è entrato in crisi, ammesso che abbia mai funzionato. […] Il secondo spartiacque è quello che propone lei, caro Gianfranco. E in effetti il criterio del “pro” e del “contro” spacca trasversalmente gli schieramenti. Il Pd e Forza Italia hanno votato assieme l’innalzamento dell’età pensioabile; la Lega promuove un referendum per abolire quella riforma. Il Pd e Forza Italia difendono l’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea […] e l’adesione alla moneta unica; la Lega è contro. Anche sull’immigrazione Salvini sembra intendersi meglio con i Cinque Stelle che con Berlusconi. Lo schema funziona pure con i progetti-simbolo: prima Berlusconi, poi Renzi si sono detti favorevoli alle grandi opere, compreso il Ponte sullo stretto; che non è certo una priorità della Lega, e vede i grillini fieramente contrari.
Vede quindi che lo spartiacque da lei indicato funziona forse meglio di quello tradizionale. Il problema è culturale: lo schieramento del “pro” e quello del “contro” non si possono presentare uniti alle urne; perderebbero per strada gran parte dell’elettorato. Si possono riaggregare dopo le elezioni. Ma sarebbero operazioni ad alto rischio politico; a cominciare dai numeri, strettissimi o insufficienti. E magari i “contro” supereranno i “pro”.
Aldo Cazzullo
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