MACRON APRE UNA STAGIONE NUOVA PER LA COSTRUZIONE DELL’EUROPA

Era dai tempi di Schumann che non si sentiva un esponente del Governo di Francia parlare dell’Europa con questi accenti; e ora Angela Merkel non potrà tirarsi indietro più che tanto

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Editoriale telegrafico di Antonio Padoa Schioppa per la Nwsl n. 452 – In argomento v. anche
La rivoluzione politica di Macron, intervista al politologo Dominique Reynié del 16 maggio 2017, e il fondo di Maurizio Molinari su la stampa del 7 maggio, La lezione francese sul nuovo spartiacque della politica mondiale       .
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Emmanuel Macron durante il suo discorso alla Sorbona

Emmanuel Macron durante il suo discorso alla Sorbona

Era dai tempi di Robert Schumann – dunque esattamente da due terzi di secolo – che non si sentiva un esponente del governo di Francia parlare dell’Europa con gli accenti del grande discorso tenuto dal presidente francese alla Sorbona il 26 settembre scorso.

Quale cammino faranno le proposte di Macron è impossibile prevedere. Ma va osservato che Macron non è un ministro, bensì il presidente al vertice di un ordine costituzionale molto più solido rispetto a quello della Quarta Repubblica; un presidente che governerà cinque anni e che dispone di una maggioranza parlamentare eletta sulla base del programma da lui sostenuto nella campagna elettorale. Non crediamo che Angela Merkel potrà tirarsi indietro più che tanto: anche le sue prime reazioni lo lasciano supporre. La presenza dei Verdi al governo di Berlino aiuterà. Ed anche i socialdemocratici non potranno fare opposizione proprio sull’Europa.

Tra le tante proposte, quella di istituire una carbon tax europea (c’è uno studio recente di Alberto Majocchi su questo) sarebbe decisiva per il clima, per le energie alternative e per l’aumento delle risorse proprie dell’Unione. Il ricavato sarebbe gestito a livello europeo, sotto il controllo del Parlamento europeo: anche sulla legittimazione democratica Macron è stato chiarissimo.

Inutile aggiungere che le forze economiche e politiche che remeranno contro sono imponenti. Ovunque, dentro e fuori d’Europa. Tuttavia, accanto alla forza della ragione, anche la passione e l’emozione sono parti essenziali della vera politica: non solo l’emozione creata dalla paura e purtroppo alimentata ad arte da tanti, ma anche quella suscitata dalla speranza.

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