Una lettrice si preoccupa della difficoltà che il/la caregiver può incontrare per reinserirsi nel tessuto produttivo, dopo un periodo di sospensione dell’attività lavorativa per l’assistenza al congiunto disabile – Le rispondo che a questo si può e deve provvedere con un adeguato incentivo economico alle aziende interessate all’assunzione
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Messaggio pervenuto il 25 settembre 2017, in riferimento a un post della settimana precedente dedicato allo stesso tema: E se destinassimo direttamente ai caregivers quello che spendiamo per la 104? .
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Caro senatore, ho letto la sua risposta ad un lettore sull’uso scorretto dei permessi della legge 104. Ritengo sia utile un maggior controllo ma quello che lei propone: un aiuto al caregiver in modo che possa ridurre la sua attività lavorativa mi sembra discutibile perché nel momento in cui il disabile(nel caso di persona anziana) non ci fosse più, per il lavoratore diventerebbe difficile potersi reintegrare a tempo pieno nel suo luogo di lavoro.
Cordiali saluti
Graziella Perego
Proprio per rispondere a questa esigenza il disegno di legge citato nel mio post prevede un forte incentivo per l’assunzione di chi cessa l’attività di caregiver. D’altra parte, il mercato del lavoro è sempre più fluido: e questo favorisce proprio l’avvicendamento di attività diverse da parte della stessa persona. (p.i.)
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