Per favorire l’attività di queste organizzazioni a sostegno di chi lavora mediante le piattaforme digitali, o comunque in forma autonoma per una pluralità di committenti, occorre istituire un tipo contrattuale a sé stante

.
Lettera pervenuta il 18 settembre 2017, a seguito della pubblicazione della mia relazione presentata al convegno dei giuslavoristi a Torino sulle conseguenze dell’innovazione tecnologica sul diritto del lavoro il 15 settembre    .
.

Gentile senatore Ichino, ho letto il suo intervento sugli impatti della tecnologia sul lavoro. Ho trovato mo!to interessante la parte sulle umbrella companies che, se ho capito bene, potrebbero essere un modo per dare una maggior tutela ai lavoratori delle piattaforme digitali. Da quello che ho letto nella presentazione, le umbrella companies mi sembrano simili alle agenzie di somministrazione. Sbaglio?
La ringrazio per la sua continua attività di ricerca sul mondo del lavoro e sui modi con cui rispondere ai cambiamenti che ci troviamo davanti.
A.B.

L’analogia tra il contratto di lavoro utilizzato dalle umbrella companies e quello stipulato da una agenzia di somministrazione con i suoi dipendenti è soltanto formale. Perché in realtà la u.c. non è creditrice della prestazione di lavoro, né tantomeno è fornitrice del lavoro stesso a terzi, bensì è fornitrice di un servizio gestionale e mutualistico a persone che per fruirne vengono qualificate contrattualmente come debitori di lavoro subordinato pur senza esserlo nella sostanza. Per questo motivo ritengo che sarebbe necessario, per favorire l’attività delle u.c., emanare una norma ad hoc. Ci sto lavorando insieme ad alcuni colleghi parlamentari: presto darò conto su questo sito del frutto del nostro lavoro di elaborazione.      (p.i.)

.