DICHIARATA “INAMMISSIBILE” LA MIA INTERROGAZIONE AL MINISTRO DEL LAVORO, LA PRESIDENZA DEL SENATO RIFIUTA QUALSIASI DIBATTITO IN AULA SULLA QUESTIONE. LA QUALE RIMANE PERTANTO APERTA, E SI AGGRAVA OGNI GIORNO CHE PASSA: IL QUIRINALE, INFATTI, A UN MESE DI DISTANZA DALLE DESIGNAZIONI, ANCORA NON FIRMA IL DECRETO
La lettera del 15 luglio 2009 con cui il Presidente del Senato respinge come inammissibile la mia interrogazionne della settimana precedente e il breve dibattito che ne è seguito in Aula il 21 luglio successivo. V. anche la mia lettera in proposito al Presidente della Repubblica, del 9 luglio.
LA LETTERA DEL PRESIDENTE DEL SENATO
Roma, 15 luglio 2009
Prot. n. 3372/S
Onorevole Senatore,
mi riferisco all’interrogazione a Sua prima firma con la quale si chiede di conoscere quali iniziative il Ministro del lavoro, salute e politiche sociali intenda adottare al fine di sollecitare una nuova designazione dei componenti della Commissione di Garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali, affinchè di essa siano chiamati a far parte esperti in possesso delle specifiche competenze previste dalla normativa.
Osservo al riguardo, come ella del resto rammenta nel medesimo documento, che ai sensi dell’articolo 12 della legge n, 146 del 1990 “la Commissione è composta da nove membri, scelti, su designazione dei Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, e nominati con decreto del Presidente della Repubblica”.
L’interrogazione investe pertanto un ambito, quello delle determinazioni assunte dalle Presidenze di Camera e Senato, per il quale il Governo non ha alcuna facoltà di intervento e, pertanto, non può essere chiamato a rispondere.
Per tali ragioni, l’interrogazione non può ritenersi ammissibile, ai sensi dell’articolo 146 del Regolamento del Senato.
Con i migliori saluti
Renato Schifani
LA SCARAMUCCIA IN AULA
ICHINO (PD). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ICHINO (PD). Signor Presidente, la legge n. 146 del 1990 prevede che i membri della Commissione di garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici siano nominati dal Presidente della Repubblica, su designazione congiunta dei Presidenti delle Camere. Poiché l’atto di nomina del Presidente della Repubblica deve essere controfirmato dal Ministro del lavoro, è quest’ultimo a risponderne sul piano politico, a norma dell’articolo 89 della Costituzione; ed è proprio questo il motivo per cui, il 7 luglio scorso, ho presentato alla Presidenza del Senato un’interrogazione su questa materia, rivolta appunto al Ministro del lavoro, segnalando le incongruenze delle designazioni che risultano essere state proposte ultimamente dai Presidenti di Camera e Senato, rispetto ai requisiti posti dalla legge citata, per i membri della Commissione di Garanzia, e chiedendo come il Ministro stesso intendesse procedere per risolvere questa questione.
Il 15 luglio scorso, Ella, Presidente del Senato, mi ha comunicato, con lettera protocollo n. 3372/S, di non ritenere ammissibile quella interrogazione per difetto di competenza del Governo.
Ora, poiché evidentemente non è pensabile che su una questione tanto importante e delicata sia precluso al Senato di discutere, non mi resta che chiedere a lei di riferire in quest’Aula circa i criteri seguiti nella designazione in questione e di consentire che in questa stessa sede la questione venga discussa apertamente.
Mi rendo conto della difficoltà costituita dall’assenza di precedenti parlamentari in materia, ma la delicatezza e l’importanza della questione impongono che da questa impasse venuta a determinarsi si esca con scelte che siano il risultato di un dibattito aperto e del tutto trasparente.
La ringrazio dell’attenzione e resto in atteso delle sue determinazioni.
PRESIDENTE. Senatore Ichino, lei ha ricevuto una lettera dal Presidente del Senato con la quale le è stato risposto che l’interrogazione è inammissibile, il che vuol dire che di questo argomento non se ne doveva neppure parlare, anche perché si fa riferimento a valutazioni che riguardano proposte e decisioni dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica.
Quindi, è soltanto per una questione di cortesia parlamentare che le è stata data la parola perché lei, che è un fine giurista, indirettamente ha di fatto introdotto l’argomento sul quale – ripeto – il Presidente del Senato ha comunque detto, con riferimento alla sua interrogazione, che era inammissibile. Questo è lo stato dell’arte; in ogni caso, prendo atto delle sue dichiarazioni.
ICHINO (PD). Signor Presidente, accetto la dichiarazione di inammissibilità dell’interrogazione, anche se non ne condivido la motivazione, perché la Costituzione afferma che degli atti del Presidente della Repubblica risponde politicamente il Ministro che li controfirma: quindi mi sembra che si dovrebbe poter interrogare il ministro stesso sulla materia. Le chiedo comunque: se questa interrogazione è inammissibile, ci sarà pure il modo di discutere di questo atto politico in questa sede politica, o è questione di cui non si deve discutere per nulla?
PRESIDENTE. Senatore Ichino, credo che sulle proposte dei Presidenti delle Camere non ci sia la possibilità di aprire un dibattito, comunque è un quesito che si può porre e che può costituire uno spunto di riflessione.
ICHINO (PD). A me non risulta che esistano precedenti parlamentari che vietino al Senato di discutere di un atto del suo Presidente.
PRESIDENTE. La Repubblica non è nata ieri, né in questo momento, mentre discutiamo; è nata sessant’anni fa. Non era mai successo. Lei ha introdotto questo tema che potrà rappresentare – ripeto – uno spunto di riflessione.
ICHINO (PD). Mi parrebbe veramente strano che di una questione come questa non si potesse discutere.
PRESIDENTE. Lei si è soffermato su un aspetto marginale; pensi quanti altri atti molto più importanti sono stati compiuti nel corso di questi sessant’anni e dei quali comunque non si è mai parlato. La situazione si può comunque approfondire e discutere, costituendo uno spunto di riflessione. Lei però è un fine giurista e sa che la democrazia è fatta di procedure parlamentari che si osservano e che si possono anche cambiare, per carità; magari suggerisca lei il modo, dal punto di vista parlamentare, per poterlo fare.