PREPENSIONARE I SESSANTENNI AUMENTANDO IL DEBITO PUBBLICO SIGNIFICA FAR PAGARE UN CONTO SALATISSIMO PROPRIO A QUEI GIOVANI IN NOME DEI QUALI LA PROPOSTA VIENE AVANZATA
Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 433, 24 aprile 2017 – V. anche il primo: La politica del lavoro del M5S – 1. Lavorare meno, a parità di retribuzione – Sulla questione dell’equilibrio attuariale dell’Inps e il confronto con i Paesi dove si lavora mediamente più a lungo, v. La questione dell’equilibrio attuariale dell’Inps .
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Sempre con il supporto decisivo della “rete”, il M5S rilancia l’idea della “staffetta generazionale”: per ogni giovane assunto in più in azienda, un dipendente sessantenne della stessa azienda potrà essere prepensionato. Domanda: chi paga per il pensionamento anticipato? Risposta: si aumenta il debito. Che significa: pagheranno, da adulti, quegli stessi giovani in nome dei quali questa proposta viene avanzata. Obiezione: i Paesi che hanno il tasso di occupazione giovanile più alto sono anche quelli nei quali è più alto il tasso di occupazione degli anziani, perché i sessantenni lavorano mediamente più a lungo e lo Stato può dedicare la propria spesa sociale, invece che a prepensionare i sessantenni, ad attivare servizi per le famiglie, per le persone non autosufficienti, per i veri poveri: servizi che creano domanda di lavoro proprio per i giovani. Il problema della disoccupazione giovanile non si risolve aumentando il debito pubblico, ma soprattutto sviluppando i servizi di orientamento scolastico e professionale, che in Italia – quando ci sono – sono drammaticamente inefficienti. Ma questi sono ragionamenti troppo complessi perché la “rete” li faccia propri. Alla “rete”, quindi al M5S, piace molto di più la parola d’ordine “Paga Pantalone”.
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