RISPOSTA A MASSIMO GIANNINI SULL'”ONORE RINNEGATO”
In presenza di un contrasto netto tra giudicato penale e giudicato civile e di una anomalia non secondaria nella composizione del collegio giudicante che ha condannato il senatore Minzolini, ho ritenuto preferibile che la pena non interferisse con il suo mandato parlamentare: leggi la mia lettera pubblicata ieri da Repubblica, in replica al fondo di Massimo Giannini di venerdì. In argomento v. anche l’editoriale telegrafico con cui giovedì avevo motivato la mia scelta nell’immediatezza del voto, e l’intervento in Aula di Corradino Mineo, senatore della Sinistra Italiana ed ex-dipendente RAI, che ha contribuito alla mia decisione.
VOUCHER: DAVVERO SEMPLIFICARE EQUIVALE A “MERCIFICARE”?
Sugli ultimi sviluppi della vicenda del referendum per sopprimere i buoni-lavoro e delle azioni del Governo per evitarlo vedi il mio articolo pubblicato venerdì contemporaneamente sul sito lavoce.info e sul Foglio: La storia surreale del voucher che toglie dignità al lavoro; inoltre la mia intervista pubblicata mercoledì dal Corriere della Sera. Ora, compiuta questa brutale pars destruens, deve partire subito la ricostruzione, con un mix tra i chèques-emploi francesi per le famiglie e gli enti no profit, e i mini-jobs tedeschi per le imprese.
L’ASSEGNO DI RICOLLOCAZIONE AI BLOCCHI DI PARTENZA
Parte la sperimentazione a cura dell’Anpal, la quale deve ora assicurare un incontro agevole, rapido e senza ostacoli burocratici fra i disoccupati e le numerose agenzie che già si sono accreditate, in modo che la capacità di queste ultime possa essere messa alla prova al più presto. Leggi il mio articolo pubblicato venerdì sul sito Incammino2017. Ivi anche il link che consente di scaricare la delibera del CdA dell’ANPAL n. 1/2017 sull’entità e le modalità di erogazione dell’assegno di ricollocazione.
LA COMMISSIONE LAVORO APPROVA IL DDL “WHISTLEBLOWING”
Passa con il voto contrario di NCD il parere favorevole da me proposto in veste di relatore, con alcune proposte di perfezionamento, sul disegno di legge che introduce in Italia un sistema di protezione della corretta acquisizione delle informazioni disponibili per la prevenzione e repressione delle malversazioni: è on line il testo della delibera approvata in Commissione Lavoro.
LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA E IL VELO ISLAMICO
Non viola il divieto di discriminazione il datore di lavoro che pattuisce con i propri dipendenti o impone loro unilateralmente (ammesso che la legge o il contratto gliene attribuisca il potere) il divieto di indossare il velo islamico o altri indumenti o segni di fede religiosa od orientamento filosofico, purché il divieto sia riferito a tutti gli orientamenti: leggi il testo integrale della sentenza della Corte di Lussemburgo, con un mio breve commento..