PARTE LA SPERIMENTAZIONE A CURA DELL’ANPAL, LA QUALE DEVE ORA ASSICURARE UN INCONTRO AGEVOLE, SENZA OSTACOLI BUROCRATICI, FRA I DISOCCUPATI E LE NUMEROSE AGENZIE CHE GIÀ SI SONO ACCREDITATE, IN MODO CHE LA CAPACITÀ DI QUESTE ULTIME POSSA ESSERE MESSA ALLA PROVA AL PIÙ PRESTO
Articolo pubblicato sul sito InCammino2017.it il 17 marzo 2017 – Segue il link che consente di scaricare la delibera dell’Anpal n. 1 del 7 febbraio 2017, relatriva all’entità e alle modalità di erogazione dell’assegno di ricollocazione – Sul tema del contratto e dell’assegno di ricollocazione v. i documenti e interventi raccolti nel portale a esso dedicato .
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Con troppo ritardo, ma finalmente l’assegno di ricollocazione decolla: sono partite le prime 20.000 lettere dell’ANPAL ad altrettanti disoccupati di tutta Italia, i quali potranno ora scegliere l’agenzia da cui farsi assistere nella ricerca di una nuova occupazione. Questa verrà retribuita, con l’assegno appunto, in misura proporzionale alla difficoltà della ricollocazione nel caso singolo (da 1000 a 5000 euro nel caso di assunzione a tempo indeterminato), ma solo a risultato ottenuto. Una piccola rivoluzione culturale nel mondo dei servizi pubblici: ciò che viene retribuito con il denaro pubblico non è l’attività svolta per lo svolgimento del servizio, ma il conseguimento del risultato; poco importa se a ottenerlo è una struttura pubblica o privata. Proprio questa novità – sconvolgente per le vecchie strutture amministrative – aveva innescato una fortissima opposizione contro il progetto dell’assegno di ricollocazione, sia da una parte del movimento sindacale, sia da una parte degli apparati amministrativi statali e regionali. È a causa di quella opposizione che la sperimentazione del nuovo metodo decolla con tre anni di ritardo rispetto alla prima norma che la aveva prevista, già due anni prima del Jobs Act.
Ora l’obiettivo che l’ANPAL deve prefiggersi – e sul quale l’efficienza di questa nuova struttura verrà misurata – è quello di assicurare un incontro agevole, senza ostacoli burocratici, fra i disoccupati e le numerose agenzie che già si sono accreditate, in modo che la capacità di queste ultime possa essere messa alla prova al più presto. In un secondo tempo – ma l’impegno deve essere volto a consentire che l’attesa si misuri in mesi, non in anni! – lo strumento dell’assegno di ricollocazione dovrà essere messo a punto sulla base degli esiti della prima sperimentazione, soprattutto per quel che riguarda la stretta correlazione fra il trattamento economico di disoccupazione e la disponibilità effettiva della persona disoccupata per la ricerca attiva della nuova occupazione, per poter essere finalmente esteso al maggior numero possibile dei disoccupati interessati. Ai quali non interessa affatto che a dar loro l’assistenza di cui hanno bisogno sia lo Stato piuttosto che le Regioni, oppure una struttura pubblica piuttosto che una privata: a loro interessa solo di essere assistiti in maniera efficace.
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Scarica la delibera del CdA dell’ANPAL n. 1 del 7 febbraio 2017, relativa all’entità e alle modalità di erogazione dell’assegno di ricollocazione
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