LA CONVERGENZA DI TANTI EUROPEISTI FRANCESI DI SINISTRA E DI DESTRA SULLA CANDIDATURA DI EMMANUEL MACRON CONFERMA CHE NELLE PRESIDENZIALI FRANCESI LA PARTITA DECISIVA SI GIOCHERÀ SUL FRONTE PRO/CONTRO L’INTEGRAZIONE EUROPEA
Terzo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 428, 13 marzo 2017 – Gli ulteriori interventi e documenti in argomento sono raccolti nel portale Il nuovo spartiacque fondamentale della politica mondiale .
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“Il candidato che si avvicina di più alle mie idee di socialista riformista, europeista e realista è Emmanuel Macron”: è questo l’endorsement di Bertrand Delanoë, sindaco di Parigi dal 2001 al 2014 e pezzo grosso della gauche, nei confronti del leader del nuovo movimento En Marche!, ex-ministro dell’Economia di Hollande. Endorsement che era stato preceduto, oltre che da diversi altri, da quello del centrista Bayrou e da quello di Renaud Dutreil, già ministro di Jacques Chirac e fondatore del movimento “La Droite avec Macron”. Col risultato che oggi nei sondaggi Bertrand Macron è perfettamente appaiato a Marine Le Pen e – salvo sorprese – si avvia a contenderle con successo l’elezione presidenziale di primavera. Nessuno può seriamente sostenere che tra Delanoë, Bayrou e Dutreil ci sia una significativa convergenza di vedute su tutti i nodi tradizionali della politica nazionale, dalle tasse al lavoro, dai diritti civili all’immigrazione: le divergenze destra/sinistra permangono. Però è un fatto che esse passano in secondo piano di fronte alla scelta fondamentale: quella circa la prosecuzione o no del processo di costruzione dell’Unione Europea.
Anche in Francia – come è stato nelle ultime politiche in Grecia, nelle presidenziali in Austria, nel referendum sulla Brexit in Gran Bretagna, e sarà alle prossime politiche in Italia – lo spartiacque decisivo è quello pro-UE/anti-UE, che è in definitiva quello pro-Global/no-Global. E su quel fronte vince non chi modella la propria proposta politica sugli schemi del ‘900, ma chi parla chiaro della scelta fondamentale, che oggi devono compiere i francesi, come tutti gli altri popoli europei. Compiuta quella scelta, si porrà ovviamente il problema se la stessa debba essere declinata più a sinistra o più a destra: ma prima occorre che il Paese si schieri rispetto a quel discrimine fondamentale. E il Paese sceglierà di proseguire il processo di integrazione europea solo se i politici europeisti si dedicheranno a spiegare convincentemente i buoni motivi per farlo; non se parleranno prevalentemente d’altro.
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