DA D’ALEMA A BERLUSCONI, DA GASPARRI A VENDOLA, TUTTI HANNO GIURATO DI ESSERE PRONTI A VOTARE SUBITO UNA RIFORMA COSTITUZIONALE RIDOTTA ALL’OSSO – SE SI TROVA L’ACCORDO SULLA LEGGE ELETTORALE, PERCHÉ NON PUNTARE ANCHE A QUESTO OBIETTIVO ULTERIORE, VITALE PER LA CREDIBILITÀ DEL PAESE?
Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 418, 12 dicembre 2016 – In argomento v. anche The day after. L’ora della responsabilità, da parte di tutti, del 5 dicembre, e il secondo editoriale telegrafico del 12 dicembre, Le incoerenze dei nostri antipolitici .
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Se come credo riuscirà a formare il nuovo governo, il primo compito di Paolo Gentiloni – cui va il mio più affettuoso augurio – sarà quello di realizzare una riforma elettorale con il consenso più ampio possibile. Compito difficilissimo, ma per il quale oggi è lui la persona che ha le maggiori possibilità di successo. Dovesse riuscire a realizzare il first best, cioè a raccogliere intorno a una soluzione condivisa per la legge elettorale Pd+FI+NCD+Centristi+Autonomisti, che sono oltre due terzi del Senato (221 senatori) e molto più di due terzi della Camera, a quel punto non sarebbe affatto impensabile ottenere da quella stessa larghissima maggioranza il consenso su di una riforma costituzionale ridotta all’osso, che rappresenti il minimo comun denominatore emerso dalla lunga campagna referendaria, anche se non prevista nel programma originario del nuovo governo. Da D’Alema a Berlusconi, da Gasparri a Vendola, tutti hanno giurato di essere pronti a votare subito una riduzione ragionevole del numero dei parlamentari, la “fiducia costruttiva” per dare più stabilità ai Governi, la limitazione del trattamento dei consiglieri regionali, l’abolizione del CNEL. E a quel punto la riforma potrebbe passare con una sola lettura in Senato e Camera, senza referendum. Si obietta che il voto del 4 dicembre avrebbe “delegittimato questo Parlamento”; ma chi lo sostiene dimentica che la politica si rilegittima subito, se produce il miracolo di tradurre in realtà l’aspirazione comune a una larga maggioranza dei cittadini, ridando un significato a questa legislatura e restituendo credibilità al Paese sul piano europeo e internazionale. D’altra parte, nella prossima legislatura il ritorno al sistema proporzionale renderà necessaria, sempreché risulti anche sufficiente, la grosse Koalition centrosinistra-centrodestra; tanto vale, dunque, incominciare a sperimentarla fin d’ora sul solo terreno istituzionale. È un sogno a occhi aperti? Sì. Ma la buona politica non è forse quella che consente di allargare la sfera del possibile?
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