UN DISEGNO DI LEGGE APPROVATO DALLA CAMERA PREVEDE, PER I RESPONSABILI DI MALTRATTAMENTI O ABUSI AI DANNI DI STUDENTI, BAMBINI PICCOLI, ANZIANI O DISABILI, IN SCUOLE, ASILI O ISTITUTI DI RICOVERO, SOLTANTO “ADEGUATI PERCORSI DI SOSTEGNO E RICOLLOCAMENTO”
Secondo editoriale telegrafico per la Nwls 415, 21 novembre 2016 – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico della settimana scorsa su L’irremovibile inamovibilità del professore e gli ulteriori documenti e interventi ivi citati .
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L’editoriale della settimana scorsa era dedicato al caso del professore torinese scoperto a chiedere a una studentessa favori sessuali in cambio di voti alti, e non licenziato in tronco dalla sua università, bensì solo pilatescamente sospeso in attesa dell’esito del procedimento penale (se mai un esito concludente ci sarà), in violazione della norma che imporrebbe all’amministrazione pubblica di adottare immediatamente il provvedimento disciplinare appropriato. Quello di oggi è dedicato invece a un’altra manifestazione impressionante di quanto sia dura a morire la cultura dell’inamovibilità del dipendente pubblico. Parlo del disegno di legge, approvato dalla Camera il 19 ottobre scorso e ora all’esame del Senato (n. 2574), recante “misure per prevenire e contrastare condotte di maltrattamento o di abuso in danno dei minori negli asili nido e nelle scuole, e delle persone ospitate nelle strutture socio-sanitarie e assistenziali per anziani e disabili”. L’articolo 2, lettera f di questo disegno contiene una delega al Governo a emanare norme che prevedano, nel caso in cui venga scoperto il maltrattamento o l’abuso, “adeguati percorsi di sostegno e ricollocamento del personale dichiarato non idoneo allo svolgimento delle mansioni”. Se questa norma entrasse in vigore, per esempio, il professore torinese oggi indulgentemente sospeso dal lavoro potrebbe sostenere di avere diritto a essere “sostenuto e ricollocato” in seno all’ateneo in un ruolo amministrativo, di bibliotecario, o di altro genere. Sarebbe, con tutta evidenza, non un aumento ma una riduzione della tutela dei minori, degli studenti, degli anziani e dei disabili, contro maltrattamenti e abusi, dal momento che almeno in linea teorica la regola generale oggi, nel settore pubblico come nel privato, prevede l’immediato licenziamento in tronco di chi commetta di queste mancanze nello svolgimento della prestazione. Occorrerebbe dunque riformulare così il titolo del disegno di legge: “misure per tutelare la stabilità del posto di lavoro degli autori di maltrattamenti o abusi in danno dei minori ecc.”. Altrimenti occorre sopprimere l’articolo 2, lettera f.