SE L’ALTA CORTE SPINGE DI NUOVO IL REGNO UNITO ALLE URNE SULLA BREXIT

LA SENTENZA CHE FORSE COSTRINGE LA PREMIER BRITANNICA A SCIOGLIERE IL PARLAMENTO CONTRARIO ALL’USCITA DALLA UE PUÒ ACCELERARE LA RISTRUTTURAZIONE NECESSARIA DEL SISTEMA POLITICO, E NON SOLO DI QUELLO D’OLTRE MANICA

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 413, 7 novembre 2016 – Altri interventi e documenti sul tema di questo editoriale sono raccolti nel portale Il nuovo spartiacque della politica mondiale.
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Theresa May, premier britannica dal 13 luglio 2016

Theresa May, premier britannica dal 13 luglio 2016

All’indomani del referendum britannico sull’uscita dalla UE sottolineai le infinite difficoltà, procedurali e di altro genere, che avrebbero potuto produrre l’effetto di impedire che quella separazione venisse attuata. Ora l’Alta Corte di Londra ha stabilito che, essendo l’appartenenza del Regno Unito all’UE prevista da una legge approvata dal Parlamento, la cessazione di quell’appartenenza deve essere decisa dallo stesso Parlamento. Dunque, il referendum non basta: per attivare la procedura di sganciamento da Bruxelles la signora May deve essere autorizzata da una legge. Il problema, però, è che nel Parlamento di Westminster sono in forte maggioranza gli oppositori della Brexit. Così la signora May si trova nella scomoda situazione per cui, se vuole adempiere l’impegno per il quale il suo Governo è nato, deve chiedere alla Regina di sciogliere la House of Commons e andare a nuove elezioni. Con l’imbarazzo di dover ora sostenere il voto per la Brexit, dopo aver sostenuto il voto contrario nella campagna referendaria pochi mesi fa. Secondo voi, quale sarà il tema dominante, se non esclusivo, della campagna elettorale? Se lo spartiacque sul quale gli elettori si divideranno non sarà più il vecchio Tory/Labour, ma sarà per la seconda volta il Brexit/Remain, non è forse il caso che i fautori del Remain si organizzino secondo questo nuovo discrimine e su di esso strutturino il proprio linguaggio, la propria narrazione, i propri argomenti, visto che con l’Ukip di Farage i sostenitori della Brexit l’hanno già fatto? E se sostanzialmente lo stesso tema sarà al centro della competizione in Francia tra Marine Le Pen e il suo avversario, sia esso Juppé, Macron, o chiunque altro, non è forse il caso che anche quest’ultimo si presenti agli elettori fin dal primo turno come il portabandiera della vocazione europea della Francia, con un programma esplicitamente centrato su di essa? Non sta forse già accadendo proprio questo in Austria? E, a ben vedere, non sta forse accadendo qualche cosa di questo genere anche in Italia?

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