QUELLI CHE VORREBBERO RIFIUTARE I VOTI DA DESTRA PER IL “SÌ”

LA MINORANZA PD CHE PROTESTA PER L’APPELLO DI RENZI RIVOLTO ALLA PARTE DI FORZA ITALIA FAVOREVOLE ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE NON HA CAPITO CHE COS’È UNA RIFORMA COSTITUZIONALE

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 409, 2 ottobre 2016 – Sui contenuti della riforma costituzionale oggetto del referendum e sul dibattito in proposito v. i documenti raccolti nella sezione Riforme istituzionali   .
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Cuperlo a Renzi: "Vincere coi voti della destra non è una bella frase da parte del Segretario del Pd"

Cuperlo a Renzi: “Vincere coi voti della destra non è una bella frase da parte del Segretario del Pd”

La protesta della minoranza Pd contro Renzi che dichiara di cercare voti a destra, a sostegno della riforma costituzionale, è davvero sorprendente. Parliamo di una riforma costituzionale: cioè di una legge sulla quale – di regola – si dovrebbe sempre cercare la convergenza di maggioranza e opposizione. E ne parliamo, oltretutto, in una situazione nella quale, per altro verso, la sinistra è comunque lontana dal disporre di una maggioranza assoluta di consensi, in Parlamento come nell’elettorato. Questo è il motivo per cui il Governo di centrosinistra, nato essenzialmente per fare questa riforma (a parole voluta da tutti, da quarant’anni a questa parte), ha cercato fin dall’inizio anche il consenso di Forza Italia sul progetto. E in un primo tempo l’ha pure ottenuto. Poi, in corso d’opera, Forza Italia ha cambiato idea; ma molta parte del suo elettorato (si pensi per esempio a una buona metà dell’entourage di Stefano Parisi e all’intero stato maggiore di Mediaset) non è affatto convinta dei motivi a sostegno del No, mentre vede nitidamente i danni che ne deriverebbero. Che i comitati per il Sì vadano soprattutto alla ricerca di questi voti, indispensabili per la conferma della riforma, è del tutto logico non solo dal punto di vista istituzionale, ma anche dal punto di vista strettamente politico. Chi nella minoranza Pd lo rifiuta dica chiaramente che aderisce al comitato per il No; ma allora il suo non è il rifiuto dei voti di destra, è il rifiuto della riforma tout court. E in tal caso il discorso è tutt’un altro.

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