DUE CONSIGLI OPPOSTI SUL CHE FARE DI FRONTE A CHI SA ESPRIMERE IL PROPRIO DISSENSO SOLTANTO CON GLI INSULTI E LE VOLGARITÀ
L’articolo di Chicco Testa pubblicato su l’Unità il 12 luglio 2016 e il messaggio di un lettore del giorno precedente, in riferimento al post I fedelissimi delle contumelie .
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CHICCO TESTA SU L’UNITÀ: “CACCIALI”
Pietro Ichino, giuslavorista di valore, redige e manda a una lista di persone una succinta newsletter sui temi che segue e su qualche altra questione di attualità politica. Newsletter breve, ben fatta e sempre interessante. Rispettando le regole di queste forme di comunicazione è anche previsto che se il ricevente non fosse interessato basta un click nell’apposito spazio e si viene immediatamente rimossi. Ragion per cui Ichino si domanda con una certa curiosità come mai ci sia invece un gruppetto che, anziché attivare la procedura descritta, ogni volta lo riempie di insulti, naturalmente conditi con la giusta dose di volgarità. Non è che contestano le tesi dell’autore. Si limitano agli insulti. Come mai invece, si chiede Ichino, semplicemente non se ne vanno?
La risposta è, per me, piuttosto semplice. Questi signori, assai diffusi sul web, hanno sostituito quelli che una volta facevano la stessa cosa scrivendo sui muri dei gabinetti pubblici. Come loro si nascondono dietro l’anonimato e la loro capacità di insultare costituisce ed esaurisce la loro personalità. È la sola forma di discorso pubblico che conoscono. Inoltre la Rete crea una prossimità che aumenta, secondo loro, l’efficacia della loro azione. E in parte è vero, perché riescono in questo modo a inquinare ogni potenziale confronto di idee. Ho un consiglio per Ichino. Non aspetti che se ne vadano. Li cacci lui. Come se fossero quel che effettivamente sono. Vandali del confronto pubblico. Ripulire la Rete da anonimi, insultatori e minacciatori di professione è un dovere civico. In più ti fa sentire anche meglio. Un po’ come quando elimini un mostriciattolo da un video gioco.
“NON CURARTI DI LORO, NON PERDERE TEMPO NEPPURE PER CANCELLARLI”
Caro professor Ichino, io sono un suo grande ammiratore, come avrà capito dalle poche volte che mi sono permesso disturbarLa, però… prima che andassi in pensione (quando non potevo leggere neppure i fondi di Montanelli), per me Lei era una bestia nera, ma più nera che non si può, perché ero convinto che fosse comunista e, peggio di peggio, sindacalista (peggio ancora della Cgil). Ma sono sempre pronto a modificare il mio pensiero, però… si deve dimostrare che sono in errore (e Lei lo ha dimostrato ampiamente). Cosicché Lei prima e Napolitano dopo, siete diventati dei punti di riferimento eccezionali. Però… ho una materia grigia sempre attiva, cosicché ho trovato qualcosa di non condivisibile persino in Oriana Fallaci, in Montanelli, in Giovanni Paolo II…, i capintesta della lunga lista di coloro che godono della mia stima. Ma so che in giro ci sono tanti inguaribili im…….: di loro bisogna non occuparsi. Non si curi di loro, non si sprechi neppure a cancellarli (perché penso possa farlo) dalla sua Nwsl: dopo aver perso con loro del tempo prezioso una volta, una seconda, persino una terza, li ignori. È una mia vecchia convinzione: ripetuta molte volte nelle 530 lettere scambiate con mia moglie, quando siamo stati fidanzati alla lontana per quasi 6 anni e che ho ripreso e copiato un paio d’anni fa.
Nel ringraziarLa per l’enorme e apprezzato impegno, le auguro delle ferie serene
Mario Grosso – Gallarate
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