SU DEMOCRAZIA INTERNA, EUROPA, LOTTA ALLE DISUGUAGLIANZE, POLITICA ECONOMICA E LAICITÀ, ORA CHE INCOMINCIA AD AVERE RESPONSABILITÀ DI GOVERNO IL M5S RISCHIA DAVVERO L’OSSO DEL COLLO
Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 400 – In argomento v. anche gli editoriali Quando l’antipolitica diventa politica, del 19 giugno 2016, Come un movimento distrugge la propria credibilità, del 19 marzo 2016, e Quattro domande al M5S, del 28 febbraio 2016 .Ù
.
Il partito di Beppe Grillo può beneficiare della ventata nuovista che spazza tutti i Paesi occidentali; ma se non vuole che il suo successo sia un fuoco di paglia deve risolvere cinque contraddizioni che pesano come altrettanti macigni sul suo futuro prossimo. 1. Dice di essere per la democrazia diretta, ma è il partito in cui il vertice decide e comanda da solo più che in qualsiasi altro. 2. Dice (ultimamente) di essere per la costruzione di una nuova UE, ma al Parlamento europeo sta con L’Ukip di Nigel Farage, che l’UE vuole distruggerla. 3. Si proclama paladino della lotta alle disuguaglianze crescenti, ma è – dopo la Lega – il partito che più strizza l’occhio agli xenofobi nostrani propugnando il blocco dei flussi migratori, che sono obiettivamente l’antidoto più efficace contro le disuguaglianze planetarie. 4. Impersona l’antipolitica, ma lo vediamo in Parlamento difendere sistematicamente tutte le posizioni più stataliste e dirigiste, delle quali è la politica peggiore ad alimentarsi. 5. Dice di essere per una politica laica, ma ha fatto tutto (ma, credetemi, proprio tutto) il possibile per far saltare la legge sulle unioni civili, strizzando l’occhio alla parte più arretrata della cultura cattolica italiana. Intendiamoci bene: non dico affatto che non ci sia molto di buono anche nel M5S; ma ora che incomincia a governare pezzi importanti del Paese come Roma e Torino, o riesce a risolvere queste contraddizioni, o rischia di non cavarne le gambe.
.