APPROSSIMANDOSI LA NWSL N. 400, UN LETTORE DELLA PRIMA ORA MI SCRIVE: “SEI RIUSCITO A COSTRUIRE UN FORMIDABILE, DINAMICO MONUMENTO DI INFORMAZIONE, DI ANALISI, DI COMMENTO, DI DIBATTITO E, QUALCHE VOLTA, FORSE, PERSINO DI EMOZIONE, PREZIOSO NELLA NOSTRA E-BIBLIOTECA E IMPRESCINDIBILE COME FONTE STORIOGRAFICA”
Lettera pervenuta il 20 giugno 2016.
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Vedo, caro Pietro, che, graditissimo ospite virtuale, sei entrato in casa mia 397 volte, anzi, di più perchè, non raramente, torno sulle tue newletter a più riprese. Se so ancora fare i conti (… ma sempre con la calcolatrice…) sei sulla breccia da circa 2800 giorni, e dunque sette anni abbondanti, durante i quali sei riuscito a costruire un formidabile, dinamico monumento di informazione, di analisi, di commento, di dibattito e, qualche volta, forse, persino di emozione, prezioso nella nostra e-biblioteca e imprescindibile come fonte storiografica per gli storici futuri. Ti devo e ti dobbiamo, noi lettori, grande gratitudine.
Da ultimo, mi sono molto giovato del tuo dialogo con Ferruccio De Bortoli, che ha rafforzato la mia già consolidata decisione di votare “sì” al referendum di ottobre ( … sempre che ci arrivi, con 92 anni già compiuti sulle spalle!). Lo stesso devo dire delle tue slides della NL del 13 giugno scorso. Ai fini della formazione di un giudizio tanto articolato quanto complessivo sulla riforma Renzi-Boschi, mi è stata utilissima anche la lunga, analitica disamina del prof. Fusaro. Però, se non mi è, colpevolmente, sfuggito qualcosa, devo, in tutto questo, notare una grave lacuna: non ho trovato traccia di una simulazione, possibilmente dettagliata, di ciò che accadrebbe se al referendum di ottobre, prevalessero i NO. La prima conseguenza è chiara: ci teniamo il bicameralismo perfetto, le provincie, il CNEL. Ma poi? Non ho competenza sufficiente per rappresentarmelo, ma di una cosa sono certissimo: se prevalesse il NO la reputazione internazionale del nostro Paese, già non eccelsa, subirebbe un colpo catastrofico, che investirebbe tutti e tutto, non esclusa l’ economia.
È così che la mia maggiore preoccupazione, venata di ansia, va al referendum del prossimo ottobre. Dopo le scelte politiche del nostro popolo che ci hanno dato, ieri, il quasi ventennio berlusconiano, oggi il torbido, eterodiretto Movimento grillino, ho maturato una pessima valutazione del nostro elettorato, confermata dal trionfo dei cinquestelle nella elezione dei sindaci di Roma e di Torino, nonchè dalla constatazione di una cieca ma diffusa ostilità verso Renzi, ignorando che, pur con qualche riserva sul carattere del personaggio, ha mostrato con i fatti di essere l’ unico esponente politico in grado di togliere un po’ di muffa all’ Italia.
Col più vivo affetto, Roberto Giannarelli
Ringrazio Roberto Giannarelli (che con me condivide da molti anni non soltanto le opinioni politiche ma anche l’amore per la Versilia e le Alpi Apuane): la sua lettera costituisce il riconoscimento più lusinghiero che mi sia venuto, nei sette anni di vita della Nwsl settimanale di questo sito, per il lavoro che le sta dietro. Quando leggo (per esempio sull’ultimo numero de l’Espresso) che “la casta” dei parlamentari “lavora solo tre giorni alla settimana”, i tre giorni dal martedì al giovedì in cui Camera e Senato di regola tengono le loro sessioni di aula e commissioni, mi piacerebbe che qualche giornalista più serio spiegasse quante ore di lavoro – più precisamente: di studio di fascicoli, di raccolta di documentazione, di preparazione degli interventi da svolgere in Commissione o in Aula, o di interrogazioni, o di progetti di legge, o di emendamenti, di partecipazione a dibattiti televisivi o radiofonici (che essi pure, ogni volta, vanno preparati), di dura negoziazione con i giornalisti del contenuto di interviste per la carta stampata, di redazione di articoli, di discussione diretta con gli elettori singoli e associati, di incontri pubblici in ogni parte d’Italia – quante ore di questo lavoro, dicevo, costituiscano il pane quotidiano del parlamentare diligente. E siano indispensabili per svolgere bene ciascuna ora di lavoro nei banchi del Parlamento. Quando ho assunto, all’inizio della XVI legislatura, l’impegno della Nwsl settimanale mi sono proposto di documentare in modo continuativo e preciso tutta questa parte del lavoro parlamentare, della quale i resoconti delle sedute di Camera e Senato ovviamente non danno conto. È stato ed è – e continuerà a essere fino al termine del mio periodo di servizio civile in Parlamento, cioè al termine di questa legislatura – un lavoro aggiuntivo assai gravoso: 400 newsletters spedite nella notte tra ciascuna domenica e ciascun lunedì per otto anni di fila sono il frutto di altrettanti fine-settimana passati davanti al video, per rendere facilmente accessibile agli elettori interessati e reperibile anche a distanza di tempo non solo ogni interrogazione e ogni disegno di legge presentato, ma anche ogni articolo pubblicato, ogni intervista o dichiarazione rilasciata, ogni intervento o relazione svolta nella settimana precedente, in Senato o fuori. Sarei felice se l’ormai prossima uscita della Nwsl n. 400 fornisse a qualche giornalista l’occasione per informare i propri lettori anche del lavoro che (una parte del)la casta svolge tra il venerdì e il lunedì. Comunque, grazie Roberto! (p.i.)
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