“L’ITALIA SI CANDIDA CONCRETAMENTE A UN RUOLO PRIMARIO NELLA GUIDA DELL’EUROPA”

ANATOLE KALETSKY, CAPO ECONOMISTA E CO-PRESIDENTE DI GAVEKAL DRAGONOMICS, RILEVA PER UN VERSO LA CRISI IRREVERSIBILE DELL’ASSE FRANCO TEDESCO, PER ALTRO VERSO L’AUTOREVOLEZZA E LA CREDIBILITÀ CRESCENTI DEL GOVERNO ITALIANO, SIA PER LA SUA FORZA IN CASA PROPRIA, SIA PER LA QUALITÀ DELLE SUE PROPOSTE

Articolo anonimo comparso sul sito EuNews il 27 aprile 2016, in riferimento a  Roman Europe?, articolo di Anatole Kaletsky, capo economista e co-presidente del centro studi economici Gavekal, publicato il giorno prima su Project SyndicateThe World’s Opinion Page – Segue un mio breve commento.

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renzi-merkel-padoan-1024x512Bruxelles – Italia leader d’Europa? Matteo Renzi sta prendendo il posto di Angela Merkel, che ha commesso troppi errori, alla guida dei Ventotto? La pensa così Anatole Kaletsky, in un commento pubblicato da Project Syndicate.

” L’Italia si sta riappropriando del suo ruolo storico di fonte delle migliori idee europee e guida politica, ed anche, sorprendentemente, economica”, scrive Kaletsky, osservando che “nel Consiglio europeo e di nuovo, questo mese, nell’incontro del Fondo monetario internazionale a Washington, Pier Carlo Padoan, il ministro delle Finanze italiano, ha presentato la questione degli stimoli di bilancio con più forza e coerenza di qualsiasi altro leader dell’Ue”.

Ancora, aggiunge l’analista “più importante è che Padoan ha iniziato a implementare lo stimolo fiscale tagliando le tasse e mantenendo i progetti di spesa, in sfida alle richieste della Germania e della Commissione europea di rafforzare il bilancio. Come risultati – osserva Kaletsky, la fiducia dei consumatori e delle imprese in Italia è ritornata ai più alti livelli da 15 anni, le condizioni del credito sono migliorate, e l’Italia è l’unico Paese del G7 nel quale il Fondo monetario prevede una crescita più veloce nel 2016 che nel 2015 (anche se, per ora, ad un tasso insufficiente dell’1 per cento)”.

Kaletsky osserva poi che “la rinascita dell’Italia in autostima e leadership si può osservare anche nelle questioni interne e nella politica estera. Renzi è stato l’unico leader europeo ad aumentare la sua quota di voti alle elezioni europee del 2014 e il suo controllo sulla politica italiana da allora è cresciuto […] ed ha implementato riforme del lavoro, delle pensioni e del sistema amministrativo che erano impensabili nel passato”.

“Visto il fallimento della leadership tedesca in Europa e il vuoto politico che c’è ovunque nell’Ue, la decisione italiana di alzare il suo profilo è sicuramente giusta”, ma, dice il commentatore, bisognerà vedere se Renzi troverà abbastanza alleati.

“Se avrà fortuna – conclude Kaletsky – una nuova generazione di leader italiani, astuti e agili, potrà surclassare i goffi dinosauri tedeschi, le cui antiquate dottrine e regole stanno portando l’Unione europea all’estinzione”.


UN BREVE COMMENTO
Anatole Kaletsky probabilmente accentua un po’ troppo sia l’indebolimento della leadership tedesca, sia la forza attuale dell’Italia nella politica dell’Unione Europea. Però sono vere due cose: la prima è che ultimamente l’asse franco-tedesco si è quasi completamente svuotato di contenuto; la seconda è che in questo momento il Governo italiano è il solo in Europa ad avere una visione del rilancio dell’Unione e la capacità di presentare proposte operative in proposito (soprattutto in materia di politica dell’immigrazione, investimenti nei Paesi di provenienza e forza di polizia di frontiera, di istituzione del ministro europeo del bilancio, di elezione diretta del Presidente dell’Unione). Resta tuttavia un grosso ostacolo all’assunzione da parte dell’Italia di un ruolo primario nella politica dell’Unione: l’entità del nostro debito, del cui rischio comprensibilmente i contribuenti tedeschi, olandesi e finlandesi non hanno alcuna intenzione di farsi carico. La vera svolta, con la conseguente piena legittimazione dell’Italia al ruolo primario nella guida dell’UE di cui parla Kaletsky, si verificherà quando il nostro debito incomincerà finalmente a scendere. È importante che questo avvenga entro il 2017, anno nel quale Francia e Germania potrebbero assistere al tramonto dei loro attuali capi di governo: a quel punto – se l’Italia avrà complessivamente le carte in regola – potrebbe essere proprio Matteo Renzi a candidarsi con successo a riempire il vuoto lasciato da Merkel e Hollande.   (p.i.)

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