NON ILLUDIAMOCI CHE L’ “OPACITÀ DA PRIVACY” SIA CONFINATA SULLA SPONDA MERIDIONALE DEL MEDITERRANEO: PUR SE IN MINOR MISURA E A PROTEZIONE DI CRIMINI MENO ORRENDI, IN QUELLA OPACITÀ CI RISPECCHIAMO QUOTIDIANAMENTE ANCHE NOI
Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 387, 10 aprile 2016.
Lo sberleffo atroce con cui le autorità egiziane hanno risposto alla richiesta di quelle italiane dei tabulati telefonici relativi ai luoghi del rapimento e del ritrovamento del corpo di Giulio Regeni, opponendo la tutela costituzionale della privacy, deve servire di monito a tutti. La protezione della riservatezza, se applicata come valore assoluto, “non negoziabile”, non suscettibile di bilanciamento con alcun altro valore – sia esso quello della persecuzione dei crimini, o quello della trasparenza delle amministrazioni, della libertà della ricerca scientifica, della libertà di informazione – diventa uno strumento di protezione degli arcana imperii. La democrazia è innanzitutto libertà di informazione e legalità; se la privacy non viene debitamente contemperata con questi valori, essa si trasforma in un puntello della dittatura. L’abuso di questo valore compiuto dalle autorità egiziane disegna una caricatura provocatoria della privacy: un atroce sberleffo, appunto; però attenzione: è solo meno clamorosamente evidente, ma non diverso nella struttura e non meno insidioso per la democrazia, l’abuso della privacy che si compie quotidianamente anche dalle nostre autorità competenti.
È quel che accade tutte le volte in cui si legittima, in nome di questo male inteso principio giuridico, il diniego di accesso a documenti delle amministrazioni pubbliche, ai dati inerenti a prestazioni e retribuzioni dei pubblici dipendenti e alle relative valutazioni; o si impedisce ai ricercatori l’uso di data set indispensabili; o si dilata oltre misura, nel disegno di legge sulla trasparenza, la discrezionalità delle amministrazioni circa i casi in cui il principio di riservatezza prevale su quello della full disclosure. Non illudiamoci che l’ “opacità da privacy” – se così possiamo chiamarla – sia confinata sulla sponda sud del Mediterraneo: pur se in minor misura, e a protezione di crimini meno orrendi, in quella opacità ci rispecchiamo quotidianamente anche noi.
.