ERA NATO PER LA “POLITICA DELLE COSE”, PER IL LINGUAGGIO “SÌ SÌ, NO NO”, PER L’AUTONOMIA DEL PARLAMENTO DAL GOVERNO, PER LA TRASPARENZA DEI PROCESSI DECISIONALI: SULLE UNIONI CIVILI HA FATTO L’ESATTO CONTRARIO
Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 381, 28 febbraio 2016 – In argomento v. anche il secondo, Una domanda a Cuperlo, Gotor e Speranza, e il terzo, Perché è stato necessario l’impegno diretto del Governo.
Il Movimento 5 Stelle era nato per sostituire alla vecchia politica dei giochi nascosti una “politica delle cose” immediatamente comprensibile da tutti. Perché, sulle unioni civili, ha incominciato dicendo che il disegno di legge Cirinnà andava approvato senza cambiare una virgola, poi ha rifiutato di votare l’emendamento Marcucci, che mirava proprio a difendere il contenuto integrale di quel disegno di legge contro i rischi di stravolgimento nei voti segreti?
Era nato per sostituire al linguaggio astruso della vecchia politica un linguaggio limpido, “sì sì, no no”. Come si conciliano le sue dichiarazioni di totale appoggio alle richieste del movimento LGBT con la convergenza finale tra il suo voto e quello degli integralisti anti-LGBT Giovanardi, Sacconi, Formigoni e leghisti mirato a far saltare l’intero disegno di legge?
All’inizio della legislatura aveva teorizzato un assemblearismo spinto: cioè che il Parlamento dovesse e potesse funzionare anche in assenza di un Governo. Come si spiega che poi, nel primo e unico caso in cui il Governo si è rimesso al Parlamento e sarebbe stato possibile che si formasse una maggioranza ad hoc, il M5S ha giocato con i veti incrociati in modo da rendere indispensabile l’impegno diretto del Governo perché si arrivasse a una decisione?
Ha sempre teorizzato la trasparenza assoluta dei processi decisionali. Come è potuto accadere che la sua linea iniziale di appoggio intransigente alla svolta sulle unioni civili sia stata ribaltata nel corso di una notte, tra il 15 e il 16 febbraio, a seguito di una decisione presa per ragioni opache da un vertice occulto e comunicata ai parlamentari senza dibattito?
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