NON SARÀ MAI LA SOLA REPRESSIONE A SRADICARE L’ASSENTEISMO ABUSIVO; MA ALCUNE DECISIONI GIUDIZIALI, COME QUELLA CHE HA ASSOLTO L’AUTISTA DELL’ATAC ASSENTE A CAPODANNO PER MALATTIA MA PRESENTE IN UN LOCALE PUBBLICO COME CANTANTE, NON AIUTANO IL MATURARE DI UN SENSO CIVICO RADICATO E DIFFUSO
Lettera pervenuta il 14 febbraio 2016 – In argomento v. anche la mia intervista a la Stampa del 16 gennaio, Nel settore pubblico occorre responsabilizzare i dirigenti, e a l’Unità del 18 gennaio, Per un settore pubblico al servizio dei cittadini più che di se stesso; inoltre l’articolo su la Stampa del 4 febbraio, La condanna per corruzione non basta per perdere il posto in Regione, con un mio breve commento.
Carissimo Professore, buonasera a lei. La tedio con l’ormai confidenziale bollettino di guerra settimanale.
1) La sentenza “top” (nella speciale classifica del ridicolo sull’argomento) è del GUP di Roma. Il caso riguarda il proscioglimento dell’autista autobus ATAC . Accusato dalla Procura di truffa aggravata per essersi dato malato negli stessi giorni in cui la notte andava a esibirsi nei locali pubblici come cantante, il gup Stefano Aprile ha ritenuto che «Il fatto non sussiste» come reato perché, «la partecipazione all’evento canoro è perfettamente compatibile con la malattia». Infatti, il malessere che ha colto il dipendente la sera di Capodanno del 2014, era «diarrea» (come da certificato medico). In quell’occasione il tipo non poté muoversi di casa per andare a guidare il bus per i problemi allo stomaco, mentre la sera riuscì ad esibirsi in un noto teatro. Il giudice ha prosciolto l’indagato non solo sul presupposto che il canto è compatibile con la malattia, mentre quest’ultima è inconciliabile con il lavoro, ma anche perchè «il dipendente in malattia, al di fuori di specifici orari in cui è tenuto a trovarsi all’interno del domicilio per eventuali controlli da parte dell’autorità sanitaria, è libero di allontanarsi dall’abitazione e di svolgere qualunque attività». Svolta la visita fiscale, pertanto poteva andare dove desiderava.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/atac-mattina-diarrea-sera-a-cantare-giudice-si-puo-fare-2382599/#sthash.dk7I4czN.dpuf
2) L’altra vicenda degna di assurgere agli onori del “can can” mediatico settimanale, è il caso degli assenteisti (ben 62) del Comune di Acireale. Con relativi arresti in diretta (ben 12). E licenziamenti in tronco (ben 4).
Vicenda che suscita la seguente riflessione: sono mesi che non si parla d’altro, ovunque, che si denunciano e si licenziano persone prese in flagrante, eppure continuano a registrarsi casi di accertamento in diretta di estesi fenomeni di assenteismo di dipendenti pubblici!
Non sarà che – come spesso accade quando ci si trova a misurarsi con “fenomeni” (culturali, sociali, ecc.) – non servono le misure repressive?
Da architetto, mi viene in mente la battaglia (sempre miseramente persa) contro l’abusivismo edilizio. Anni ed anni di norme e misure repressive (ante e post condoni) anche penalmente ed economicamente incidenti ma, il fenomeno (con conseguente abnorme consumo e sfascio di suolo, ambiente e paesaggio) è sempre lì: irrefrenabile e inscalfibile!
Si sa bene che non conviene (sotto ogni profilo) costruire abusivamente (denunce, sanzioni, demolizioni, ecc.) ma, l’italiano ci prova comunque. Sempre! Come i dipendenti della PA. Appunto.
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Nel silenzio assordante delle voci più autorevoli in materia, aspettiamo speranzosi, che altre voci di buon senso si alzino a sostenere che non sarà mai la sola repressione a debellare il fenomeno. Bastano pochi investimenti in informazione/formazione consapevole ed in tecnologia. Sicchè, prendo a prestito una famosa battuta di un film di Nanni Moretti: va bene, continuiamo così, facciamoci del male.
Cari saluti.
M.D.
Non aggiungo altro. La mia opinione e le mie proposte sono esposte nell’intervista e nel commento citati in epigrafe. (p.i.)