NELLE LETTERE DI DUE FREQUENTATORI DI QUESTO SITO LA MANIFESTAZIONE IMPRESSIONANTE DEL RISULTATO CUI CONDUCE L’ASSOLUTIZZAZIONE DI UN VALORE SANCITO DALLA COSTITUZIONE, CHE COMPORTA L’AZZERAMENTO DI UN ALTRO VALORE DI PARI RANGO COSTITUZIONALE
Messaggi pervenuti il 2 febbraio 2016, poco dopo lo svolgimento del mio intervento in Senato nella discussione generale sul disegno di legge n. 2081 – Segue la mia risposta – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico del 1° febbraio Quelle due piazze unite dall0 slogan “No a tutte le mediazioni!” .
PRINCIPIO NON NEGOZIABILE 1
Senatore buonasera. Ho seguito il suo intervento in aula e credo non ci siano mediazioni da fare sul ddl Cirinnà. O è con il Circo massimo oppure con i gruppi Lgbt. Lei è un uomo del Partito Democratico e il popolo è contrario palesemente all’adozione gay. Non ci sono mezze misure. Lei è un uomo di sinistra. Sono basita: non difende il diritto inalienabile di un bambino a avere un padre e una madre? E lo sfruttamento delle donne pagate? Sono sconcertata come elettrice PD e come donna di sinistra. Non credo che voterò di nuovo questo PD, non mi piace più. Ci ripensi, non voti questo abominio. Buon lavoro
Simona Capretti e famiglia
PRINCIPIO NON NEGOZIABILE 2
Caro senatore Ichino, oggi ho sentito dal sito del Senato il suo intervento sul disegno di legge Cirinnà. Davvero non mi aspettavo, dopo tutte le sue professioni di laicità che in passato ho apprezzato, questo suo cedimento nei confronti delle pressioni indebite della CEI [Conferenza Episcopale Italiana – n.d.r.] e della parte più retriva del paese e del Parlamento sulla questione della parità tra coppie omosessuali e eterosessuali: il riconoscimento dei diritti civili non ammette compromessi. Anzi, il disegno di legge, come lo avete ridotto, già ne contiene troppi di compromessi, al punto che potrebbe persino essere letto come la formalizzazione di un regime di apartheid a danno delle persone omosessuali. Speravo da lei maggiore coerenza.
Corrado Molinari
Ho ricevuto questi due messaggi quasi contemporaneamente, poco dopo aver svolto l’intervento che essi duramente contestano per ragioni simmetricamente opposte. In quell’intervento mi sono proposto di spiegare la necessità, nella regolazione di questa come di quasi tutte le altre materie, di conciliare tra loro principi diversi, entrambi posti dalla Costituzione: quello della tutela dell’interesse del minore, quale che sia l’orientamento sessuale dell’aspirante genitore adottivo, e quello di non discriminazione tra gli adulti aspiranti all’adozione in base all’orientamento sessuale. I due messaggi spiegano meglio di lunghe analisi politiche la difficoltà e il ritardo con cui l’ordinamento italiano sta provvedendo a regolare questa materia. Mi limito a osservare che, se davvero i principi rispettivamente sostenuti in ciascuno di questi due messaggi fossero “non negoziabili”, la sola soluzione possibile dovrebbe passare per un confronto all’arma bianca tra i due schieramenti. Il disegno di legge del quale il Senato sta discutendo si fonda sulla convinzione che, invece, i due principi possano e debbano essere conciliati: a ben vedere, con un minimo di sano pragmatismo essi lo sono molto più facilmente di quanto da una parte e dall’altra della barricata si voglia far apparire. (p.i.)
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