SE DAVVERO L’UTILIZZAZIONE DI CELLULARI AZIENDALI, SISTEMI GPS E PC COLLEGATI IN RETE FOSSE PERICOLOSA PER LA RISERVATEZZA DEL LAVORATORE E ANTICOSTITUZIONALE, NON SI SPIEGHEREBBE LA PLURIDECENNALE INERZIA SULLA MATERIA DI QUEGLI STESSI SINDACATI CHE ORA PROTESTANO
Lettera pervenuta il 2 febbraio 2016 – Per ulteriori documenti e interventi sul tema v. il Portale della riforma del lavoro.
Professor Ichino buongiorno. Mi chiamo Elisabetta Scarcella e la contatto (speranzosa) perché in questi mesi sto scrivendo la mia tesi in diritto del lavoro, relativa alla modifica dell’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori. Credo di aver letto tutto quello che, in merito al tema, Lei ha scritto/pubblicato, condividendone – tra l’altro – a pieno i contenuti. In riferimento al suo scritto Controlli a distanza: tanto rumore per nulla e in particolare a quanto segue:
“la sola novità per ciò che riguarda cellulari, gps e pc collegati alla rete aziendale consiste nella conferma legislativa della loro esclusione dal campo di applicazione della regola della contrattazione preventiva: esclusione che peraltro corrisponde a una prassi costante degli ultimi anni, sulla quale – ripeto – né i sindacati né il Garante per la Privacy hanno mai avuto alcunché da ridire fino all’anno scorso”
con lo scopo di documentare questa affermazione e per poter arricchire il mio lavoro, credo che sarebbe interessante risalire ai dati relativi agli accordi siglati dai sindacati in passato con i datori di lavoro, a proposito dell’utilizzo di cellulari, pc, gps. Ecco, le chiedo, se possibile, di potermi indirizzare circa le fonti autorevoli, utili al reperimento di tali informazioni. La ringrazio moltissimo per il tempo che deciderà di dedicarmi.
Elisabetta Scarcella
La mia affermazione evidenziata in questa lettera si fonda sull’esperienza diretta mia e di diversi avvocati e consulenti del lavoro, dirigenti sindacali anche di livello nazionale e funzionari locali e nazionali di associazioni imprenditoriali, da me consultati su questo punto. Non conosco – anche se non posso escludere che esistano – rassegne della contrattazione aziendale che possano fornire una conferma ulteriore del dato; sta di fatto, comunque, che a quella mia affermazione (pubblicata su questo sito e da me ripetuta in numerose interviste pubblicate da quotidiani a larga diffusione e in numerose trasmissioni televisive e radiofoniche) nessun contraddittore ha opposto alcuna evidenza contraria. Questo silenzio dei contraddittori conferma – mi sembra – la fondatezza di quanto osservo: cioè che la materia dei pc collegati alla rete aziendale compare, sempre peraltro marginalmente, soltanto in pochissimi accordi aziendali applicativi dell’articolo 4 St. lav., la cui stipulazione è peraltro avvenuta principalmente in relazione ad altre forme di possibile controllo a distanza (soprattutto videocamere di sicurezza). Nella quasi totalità delle aziende italiane sia i pc collegati alla rete aziendale, sia i cellulari aziendali, sia gli apparecchi GPS, sono sempre stati utilizzati senza alcuna contrattazione preventiva e senza che alcun ispettore del lavoro abbia sollevato questioni. (p.i.)
.