DI FRONTE ALLE SFIDE DELLA GLOBALIZZAZIONE, IL CENTROSINISTRA HA BISOGNO DEL CANDIDATO-SINDACO PIÙ CAPACE DI ASSECONDARE LA PROIEZIONE MONDIALE DELLA CITTÀ DI MILANO, SIA SUL PIANO DEGLI OBIETTIVI PROGRAMMATICI, SIA SU QUELLO DEL METODO E DELL’ATTITUDINE CONCRETA A REALIZZARLI
Intervento che ho svolto nel corso dell’incontro svoltosi alla Società Umanitaria a sostegno della candidatura di Beppe Sala il 31 gennaio 2016 – In argomento v. anche Trasparenza: incominciamo con i dati di Expo.
Siamo abituati ormai da più di un secolo a una battaglia politica tutta giocata sulle grandi enunciazioni ideali: chi si colloca a sinistra accentua di più l’ideale della giustizia sociale, chi a destra quello della libertà economica. Ma in questi anni – come le ultime vicende greca e francese insegnano – allo spartiacque politico destra/sinistra si è sovrapposto, assumendo valore altrettanto se non più decisivo, quello che divide chi intende stare al gioco della globalizzazione e attrezzare il Paese per le sfide che ne derivano, anche con la costruzione della nuova Unione Europea, e chi invece si propone di esorcizzare il fenomeno, contrastando la mobilità delle persone, delle idee, dei beni e dei servizi, ricostruendo muri e ripristinando antiche sovranità nazionali. In questo nuovo contesto, nel quale gli elettori attribuiscono un rilievo sempre minore alle enunciazioni ideali tradizionali e sono sempre più coinvolti dalle sfide della globalizzazione, al centrosinistra milanese, fortemente determinato a raccogliere quelle sfide, occorre un candidato sindaco capace di assecondare nella misura massima possibile la proiezione mondiale della città, non solo sul piano degli obiettivi programmatici, ma soprattutto su quello del metodo e della capacità concreta di realizzarli. E capace anche di aggregare quella parte degli elettori milanesi che in passato hanno sempre votato a destra, ma che oggi sono delusi e preoccupati da una destra sempre più schierata sul versante sbagliato rispetto al nuovo spartiacque politico generato dalla globalizzazione. Beppe Sala risponde come nessun altro a questo identikit, non solo per essere stato il principale artefice del successo di Expo 2015, ma anche perché è la persona che più di ogni altra assicura l’allineamento della forma della contesa politica ai migliori standard del centro e nord-Europa.
In particolare, Beppe Sala per ora si limita necessariamente a indicare, ma dopo le primarie – se come prevedo le vincerà – si propone esplicitamente di concretare queste scelte (cito dai materiali del programma in fase di elaborazione):
– voltar pagina rispetto alla politica fatta di sventolio di bandiere e grandi enunciazioni generiche, per passare a una politica fatta di impegni concreti e obiettivi misurabili; per esempio: di quanto aumenterà la spesa comunale per investimenti rispetto alla spesa corrente; di quanto aumenterà la percentuale dei vigili urbani in servizio in strada, quanto di giorno e quanto di notte; di quanto aumenterà la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti; di quanto si ridurrà il tasso di assenze negli uffici, e così via.
Sono in molti i candidati a sindaco che enunciano obiettivi tanto grandi e importanti, quanto generici: la riduzione dell’inquinamento dell’aria, del traffico automobilistico, dei tempi di attesa per un permesso amministrativo, dei graffiti sui muri e così via. Nessuno, finora, si è mai spinto a dimostrare di conoscere il problema al punto da poter indicare obiettivi specifici e precisi: esercizio, questo, molto impegnativo e politicamente pericoloso, perché su di un obiettivo specifico e preciso, se si vincono le elezioni, gli elettori avranno diritto di chiedere conto della misura in cui è stato conseguito.
A questo modo di impostare la campagna elettorale, e dunque di riempire di contenuti il mandato elettorale ricevuto, Beppe Sala ci avverte che deve poi corrispondere la responsabilizzazione della dirigenza pubblica sugli obiettivi corrispondenti: i quali dovranno essere specifici, misurabili in modo trasparente (quegli obiettivi che gli anglosassoni indicano con l’acronimo S.M.A.R.T.: specific, measurable, achievable, repeatable, time-bound); e che dal loro conseguimento dovrà dipendere davvero il mantenimento dell’incarico dirigenziale. Questo e solo questo può portare a una riappropriazione delle prerogative manageriali da parte della dirigenza: quelle cui troppo sovente essa ha fin qui abdicato, proprio perché non responsabilizzata riguardo agli obiettivi da parte di un ceto politico a sua volta non responsabilizzato.
Sala si impegna infine a rendere visibile in modo totalmente trasparente il funzionamento dell’amministrazione e in particolare il conseguimento o no degli obiettivi secondo il modello dei Freedom of Information Acts britannici e statunitensi, nonché delle leggi dei Paesi scandinavi, che garantiscono l’accessibilità per chiunque lo chieda di qualsiasi documento o dato inerente all’attività di un’amministrazione pubblica, in particolare dei dati inerenti alle performances dei vari comparti, con le sole eccezioni dei c.d. dati sensibili inerenti a persone fisiche e dei documenti o dati soggetti a provvedimento motivato di secretazione. E preannuncia questi passaggi (cito sempre dalle sue schede programmatiche):
- per ciascun assessorato verranno pubblicati on line gli obiettivi specificamente ad esso assegnati, con un indicatore di performance aggiornato mensilmente in relazione al grado di conseguimento degli stessi;
- tutti gli indicatori di performance verranno resi visibili sinteticamente su di un “cruscotto”, mediante il quale la cittadinanza e gli osservatori qualificati (associazioni degli utenti, sindacati, ricercatori universitari, ecc.) potranno controllare il grado di attuazione di un programma non più fatto di enunciazioni generiche, ma di obiettivi specifici e misurabili;
- a partire dall’inizio del secondo anno della consiliatura, gli obiettivi di ciascun assessorato verranno discussi in una apposita public review, alla quale verranno invitati, insieme a tutti i cittadini interessati, anche gli osservatori qualificati.
In mezzo secolo di impegno politico, non ho mai visto un candidato sindaco prendere impegni come questi. Già il fatto di averli presi segna una novità di grande rilievo. Se poi, Beppe, riuscirai a realizzarli, credo che tu, e Milano, e noi tutti avremo dato un contributo davvero importante al rinnovamento della politica. E non soltanto di quella municipale.
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