SOTTO L’INSEGNA DELL’ARCOBALENO E DEL FAMILY DAY, LA STESSA PRETESA DI AFFERMARE UN PRINCIPIO NON NEGOZIABILE, CHE AZZERA TUTTI GLI ALTRI E IGNORA L’INFINITA COMPLESSITÀ DEL MONDO REALE
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 377, 1° febbraio 2016 – In argomento v. anche (oltre al mio intervento sul Corriere della Sera del 22 gennaio, Non esistono principi non negoziabili) soprattutto l’articolo di Maurizio Ferrera, del 25 gennaio scorso, Unioni civili: attenzione al test della libertà e la replica di Salvatore Carrubba del 1° febbraio Liberali tra unioni civili e matrimonio, entrambi pubblicati sul sito del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi .
A una settimana di distanza l’una dall’altra abbiamo visto due “piazze”, una denominata Arcobaleno, l’altra Family Day, presentate dai media come fra loro diametralmente opposte, in realtà accomunate dall’affiorare diffusamente in entrambe di questo slogan: “No a tutte le mediazioni!”. In entrambi i casi, dunque, la convinzione della propria missione di difendere un “principio non negoziabile”. In entrambi i casi lo stesso chiudere gli occhi sull’infinita varietà delle situazioni, nel campo delle coppie eterosessuali quanto in quello delle coppie omosessuali, e della infinita varietà della qualità delle persone che compongono quelle coppie; quindi dell’impossibilità di regolarne la vita e quella dei figli a colpi d’accetta. Quel “No a qualsiasi mediazione!” esprime il rifiuto pregiudiziale bi-partisan di una ricerca del bilanciamento migliore tra principi diversi, ciascuno corrispondente a un valore che la Costituzione impone di perseguire, ciascuno in larga parte conciliabile con gli altri, nessuno corrispondente a un valore di fronte al quale gli altri debbano essere azzerati.
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