IL FATTO CHE GLI OPERATORI PRIVATI TRAGGANO PROFITTO DA UNA DISCIPLINA MODERNA DELLA LORO ATTIVITÀ NON TOGLIE NULLA AL VALORE DELL’APPREZZAMENTO DELLA LORO ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE PER L’ORDINAMENTO ITALIANO: IL MERCATO HA BISOGNO DI TUTTI I CANALI DI INCONTRO DOMANDA/OFFERTA CHE OPERINO ALLA LUCE DEL SOLE
Rapporto pubblicato il 21 gennaio 2016 dal CIETT, Confederazione internazionale degli operatori privati del mercato del lavoro, che colloca l’Italia al secondo posto nella graduatoria complessiva dei migliori ordinamenti nazionali dei servizi di intermediazione – Segue un mio breve commento.
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UN BREVE COMMENTO
La valutazione molto positiva che emerge da questo rapporto del CIETT non riguarda il Jobs Act, bensì una disciplina delle agenzie private del lavoro che ha la sua fonte principale nel “pacchetto Treu” del 1997 ed è stata poi perfezionata con la legge Biagi del 2003 (il decreto n. 81/2015, attuativo della legge-delega n. 183/2014, ha apportato soltanto modifiche molto marginali a quella disciplina). Si tratta comunque di un fatto molto importante e positivo ai fini dell’aumento dell’attrattività del nostro Paese per gli investitori stranieri.
Già immagino la replica dei nostalgici del nostro vecchio diritto del lavoro: “questa valutazione positiva dimostra che la nostra legge è al servizio delle agenzie private e non delle persone che lavorano”. Chi ragiona in questo modo dimentica che lo sviluppo dei servizi di mediazione e intermediazione offerti da questi operatori specializzati in modo trasparente, alla luce del sole e nel rispetto di tutte le regole poste a protezione del lavoro, può solo giovare ai lavoratori, perché aumenta le loro opportunità, quindi la loro libertà di scelta, quindi la loro stessa forza contrattuale nei confronti delle imprese. Tanto questo è vero che il movimento sindacale italiano, fino agli anni ’90 diffidente nei confronti delle agenzie private – fossero esse soltanto “di collocamento” o anche “di fornitura di manodopera” temporanea o permanente, cioè di staff leasing – oggi è prevalentemente orientato nel senso di una netta rivalutazione del loro ruolo.
Possiamo dunque rallegrarci senza riserve del fatto che l’Italia, dopo decenni nei quali ha figurato sistematicamente in fondo a tutte le graduatorie internazionali in materia di funzionamento del mercato del lavoro e dei suoi servizi, incominci a risalire in queste graduatorie, giungendo addirittura ai primi posti: oggi accade per la disciplina dell’attività delle agenzie private di mediazione e di somministrazione, domani accadrà probabilmente per la disciplina generale del mercato, la cui riforma è oggetto di grande attenzione da parte di tutti i principali Paesi dell’Europa continentale. Buone notizie per l’occupazione. Il coronamento di questa risalita dell’Italia nelle graduatorie relative al mercato del lavoro, però, si avrà se e quando il giudizio positivo riguarderà anche il nuovo sistema dei Centri per l’Impiego pubblici, cioè il frutto del lavoro dell’ANPAL in attuazione del d.lgs. n. 150/2015.
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