ANCHE UN SISTEMA CHE PUNTA SULLA VALORIZZAZIONE DEL CONTRIBUTO DEGLI OPERATORI PRIVATI SPECIALIZZATI HA BISOGNO DI UN SERVIZIO PUBBLICO EFFICIENTE
Lettera del Segretario regionale lombardo della Cisl, Roberto Benaglia, pervenuta il 24 novembre 2015 – In argomento v. anche la mia interpellanza al ministro del Lavoro del 3 novembre, l’editoriale telegrafico del 23 novembre e le Lettere dalla prima linea di diversi responsabili di Centri per l’Impiego di Lombardia e Veneto
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Caro senatore,
nell’apprezzare il tuo costante impegno a sostegno della riforma del lavoro, impegno più importante proprio ora che si è avviata la fase attuativa, da sempre vero banco di prova di tutte le riforme del nostro paese, intendo sostenerti nel concentrare l’attenzione, come stai facendo, verso un serio piano di rilancio dei centri per l’impiego.
Sono tra i sindacalisti che vede nel Jobs act una buona occasione di modernizzazione e sprovincializzazione del nostro mercato del lavoro, fornendo una complessiva migliore tutela per il lavoratore (e ti garantisco che più la spieghiamo bene a delegati e sindacalisti e più se ne rendono conto), ma soprattutto che crede che il 50% del suo successo deriverà dalla concreta attivazione di un programma efficace di politiche attive (vera e propria novità rimasta lontana dai riflettori mediatici ma che farà la differenza nel ridare ugaglianza di opportunità nella transizione tra un posto e un altro).
Io, che ho sostenuto in questi anni le azioni di Regione Lombardia sperimentali in campo di politiche attive incentrate sul sistema accreditato che mette in competizione pubblico e privato, penso che, ora che le politiche attive sono finalmente riforma nazionale che vuole collegare sussidi con ricerca di lavoro, serva certamente un sistema accreditato, nel quale tuttavia i CPI debbano essere la porta di ingresso per i disoccupati e i pivot sul territorio.
E’ tempo che il Governo prenda consapevolezza e predisponga con il contributo di tutti un realistico, graduale ma intenso piano di potenziamento dei CPI. L’intesa del 30 luglio tra Stato e Regioni che suddivide in 2/3 al primo e 1/3 alle seconde il solo costo degli stipendi del personale di ruolo è minimalista e insufficiente. In Lombardia le migliori azioni di ricollocazione dei disoccupati (e ti assicuro che alcuni CPI hanno tassi di successo pari alle agenzie private) sono proprio svolte da personale non di ruolo o a tempo determinato che oggi è messo a rischio.
Stiamo pur parlando di poche decine di milioni di euro che, se non spesi a pioggia ma a fronte di azioni mirate, qualificherebbero e farebbero ben camminare la riforma stessa.
Analogamente ti segnalo le mie perplessità su quanto definito nella convenzione tra Ministero e Regione Lombardia firmata in questi giorni sempre in attuazione del decreto 150. Affermare in un posto importante come la Lombardia che il disoccupato possa effettuare tutte le azioni richieste dal d.lgs. n. 150/2015 (profilazione, DID, ma soprattutto Patto di servizio personalizzato e stacco assegno di ricollocazione) presso i centri accreditati, tranne che l’esercizio della condizionalità, è bello sulla carta o nei comunicati stampa regionali, ma di fatto rischia di essere in concreto inefficace (gli stessi centri accreditati non sono disposti a fare azioni di presa in carico gratuita se non sicuri di coprire questi servizi con altre risorse).
Regione Lombardia sta rassicurando tutti garantendo una emissione abbondante di Dote Unica Lavoro. Basterà questo a ben orientare l’importante numero di disoccupati che vorranno e dovranno partecipare a politiche attive? Basterà a evitare sicuramente quello che nessuno vorrebbe mai vedere, ovvero la pratica di “respingimenti” più o meno palesi da parte di agenzie private verso tipologie di disoccupati che non hanno convenienza a prendere in carico?
Anche io come Regione Lombardia voglio evitare lunghe code fuori dai CPI. Ma ho dei dubbi che la soluzione stia nel permettere a tutti di fare tutto. Non esiste un derby tra pubblico e privato, ma di certo esistono convenienze e missioni differenti. Credo che serva di certo un supplemento di riflessione e di confronto, anche a livello nazionale.
Ti chiedo di porre attenzione a tutto ciò nel tuo autorevole ruolo istituzionale e resto a disposizione, ringraziandoti per l’attenzione, per ogni richiesta di approfondimento.
Roberto Benaglia
segretario regionale Cisl Lombardia