RISCALDA IL CUORE SCOPRIRE CHE UNA PERSONA CONOSCIUTA NELL’ADOLESCENZA TI HA SEGUITO DA VICINO PER QUARANT’ANNI CONDIVIDENDO LE TUE IDEE E IL FRUTTO DEL TUO LAVORO, AL PUNTO DI DIVENTARE UN TUO BIBLIOGRAFO IN INCOGNITO
Lettera pervenuta il 21 novembre – Segue la mia risposta – I link alle pagine dell’Archivio relative ai libri citati sono aggiunti da me nel testo della lettera, per la maggiore comodità del lettore.
Caro Pietro,
sono il tuo compagno di liceo che ti ha posto una domanda dal pubblico nel bellissimo incontro di Parma di due settimane fa e poi è venuto nella calca a stringerti la mano e chiederti una firma sul tuo ultimo libro. Ero di un anno indietro rispetto al tuo; per questo probabilmente non ti ricordi di me, perché tendiamo a ricordarci soltanto dei compagni di scuola coetanei o di quelli più vecchi, non dei più piccoli. L’incontro di Parma mi induce a scriverti quello che avrei voluto scriverti da tempo. Da quando pubblichi libri non solo per iniziati in materia di lavoro, credo di averli comprati tutti, perché anch’io mi sono sempre occupato professionalmente di lavoro, come gestore aziendale di personale e poi come consulente. Li ho conservati tutti, e ogni tanto mi accade di riaprire anche quelli più antichi. Così, mi è capitato recentemente di riaprire il tuo manuale di diritto del lavoro per i sindacalisti del 1975, e di essere colpito dall’equilibrio con cui già allora trattavi questi temi e dalla lungimiranza di alcune cose che allora già scrivevi a proposito delle tendenze future del nostro diritto del lavoro (p. 28: “forse … queste norme non sono soltanto dei provvedimenti congiunturali, ma preludono a una nuova stagione del diritto del lavoro: segnano cioè il passaggio da una fase nella quale il diritto del lavoro ha svolto soltanto la funzione di garantire i minimi di trattamento per i lavoratori, a una fase più matura…”). Ma soprattutto mi colpisce la coerenza dell’itinerario che hai seguito, nell’arco di quarant’anni, nel perseguire quel mutamento che è si è poi realizzato, pur faticosamente e troppo lentamente, sul piano legislativo. Hai anticipato e probabilmente in larga parte contribuito a determinare le riforme sia nel campo del collocamento e degli altri servizi al mercato del lavoro, con il Collocamento impossibile del 1982, sia nel campo della disciplina del rapporto di lavoro e in particolare del licenziamento, con Il lavoro e il mercato del 1996, e poi con Inchiesta sul lavoro del 2011. Si è realizzata in parte anche la riforma del sistema dei rapporti sindacali e della contrattazione collettiva da te delineata in A che cosa serve il sindacato del 2005; ma mi sembra di capire che siamo vicini alla realizzazione compiuta anche di questa. Mi sembra invece che siamo ancora un po’ indietro, nonostante le leggi Brunetta e Madia, sulla riforma dell’impiego pubblico che ci hai fatto intravedere con I nullafacenti del 2006. Guardando nel mio scaffale la serie dei tuoi libri penso che il nostro paese ti deve molto. Mi è accaduto di consigliare a qualcuno la lettura di uno dei tuoi libri e di sentirmelo chiedere in prestito perché non è più in commercio; peccato: faresti bene a chiedere che li ristampino. Questo ti volevo dire, e non attendo risposta perché immagino quanti ti scrivano e quanto poco tempo tu abbia per rispondere a tutti. Ti auguro ogni bene
Vincenzo Rescaldani
Riscalda il cuore scoprire che una persona conosciuta nell’adolescenza (nel caso specifico il ricordo si focalizza soprattutto sulle ore di educazione fisica trascorse insieme giocando a pallavolo o pallacanestro nella palestra del Liceo Manzoni di Milano) ti ha seguito da vicino per quarant’anni condividendo le tue idee e il frutto del tuo lavoro: grazie, Enzo! Quanto alla difficoltà di reperimento di alcuni dei miei libri, avverto che nell’Archivio si trova l’indice e una presentazione di ciascuno di essi, ma di quelli ormai fuori catalogo ho messo on line anche il testo, raggiungibile direttamente dallo stesso Archivio. (p.i.)
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