PER AVER NEGATO QUELL’AUTORIZZAZIONE VENIMMO ACCUSATI DI OPPORTUNISMO E DI “SOLIDARIETÀ DI CASTA”; MA CHE FIGURA AVREBBE FATTO IL SENATO SE PER CONFORMISMO AVESSE CHIUSO GLI OCCHI SULL’ERRORE CHE ORA LA MAGISTRATURA STESSA RICONOSCE E AVESSE ACCONSENTITO ALL’ARRESTO INDEBITO DI UN PROPRIO MEMBRO?
Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 369, 21 novembre 2015 – Sulla vicenda del diniego da parte del Senato dell’autorizzazione all’arresto del senatore Azzollini, v. il mio intervento del 31 luglio scorso sul Corriere della Sera, Un caso di buona politica e di cattiva informazione .
A seguito del voto espresso il 29 luglio scorso in Senato contro l’autorizzazione all’arresto del senatore Azzollini, e della spiegazione che ne ho dato pubblicamente subito dopo, ho ricevuto una valanga di messaggi indignati, molti dei quali contenenti insulti anche molto gravi e in un paio di casi vere e proprie minacce. Il professor Gianfranco Pasquino ha accusato me, e gli altri senatori che hanno condiviso il mio orientamento, di opportunismo politico: l’interesse a non determinare motivi di attrito in seno alla maggioranza (il sen. Azzollini appartiene al NCD) avrebbe fatto aggio sul nostro impegno nella lotta al malaffare. Tale è stata la pressione dell’opinione pubblica, in quell’occasione, che la vicesegretaria Debora Serracchiani si è indotta a dire che il Pd avrebbe dovuto addirittura chiedere scusa per il comportamento tenuto dalla maggior parte dei propri senatori sulla questione. Ora accade che la Corte di Cassazione abbia accolto la richiesta del Procuratore Generale di annullare la richiesta di arresto del senatore Azzollini per inconsistenza della motivazione. Dunque aveva visto giusto chi nel luglio scorso votò contro la concessione dell’autorizzazione all’arresto. Che figura avrebbe fatto un Senato che non si fosse accorto di quella inconsistenza? Se lo chiedono il M5S, SEL e la Lega, che in quell’occasione votarono per l’arresto solo sulla base di un pregiudizio e rumorosamente accusarono di collusione con il malaffare chi esprimeva, prudentemente, un avviso diverso?
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