SE LA FIOM-CGIL INTIMA ALLE IMPRESE DI IGNORARE LA RIFORMA DEL LAVORO
Terzo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 362, 30 settembre 2015 – La lettera a cui l’editoriale si riferisce è quella della Fiom-Cgil di Reggio Emilia 9 settembre 2015.
Dunque la Fiom emiliana, come già fece con la legge Biagi dodici anni or sono, torna a diffidare ciascun imprenditore metalmeccanico della regione dall’applicare la legge dello Stato: se non vuoi subire scioperi e ricorsi giudiziali, intimano i bravi sindacalisti, devi ignorare le nuove disposizioni. Vediamo, dunque, come potrebbero, in concreto, andare le cose al don Abbondio emiliano che sceglierà di subire l’intimazione. Se vorrà assumere un dipendente, ma non vorrà rischiare di doverselo tenere vita natural durante, non potrà assumerlo con il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti, ma solo col contratto a termine, come negli anni passati. L’impresa che sta ristrutturandosi, e ha del personale impegnato in mansioni che non servono più, non potrà proseguire il rapporto con l’assegnazione di mansioni diverse, come consente di fare la nuova norma: dovrà licenziare. Ma se intende licenziare, e non vuol correre il rischio di vedersi reintegrare il lavoratore fra uno, tre o sei anni, non potrà procedere al licenziamento individuale: dovrà attendere che si accumuli un numero sufficiente di posti da sopprimere per poter procedere a un licenziamento collettivo. Avranno, poi, qualche grattacapo tutte le imprese che utilizzano cellulari, auto con gps e pc portatili collegati con la rete aziendale: per adeguarsi agli ordini della Fiom emiliana esse dovranno preventivamente contrattarne l’uso con la medesima, cellulare per cellulare, pc per pc, gps per gps. Magari le chiederanno perché non abbia mai preteso questa procedura in passato, quando per quegli strumenti essa era formalmente imposta dalla vecchia norma, ora modificata proprio su questo punto; ma – statene certi – non avranno risposta, perché la Fiom non riconoscerà mai di aver lasciato il Grande Fratello agire indisturbato per un quarto di secolo, pur potendo impedirlo. Il punto è che al bravo-sindacalista non interessa il contenuto pratico delle norme, vecchie o nuove che siano: ciò che gli interessa è ribadire che chi comanda è solo lui.
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