LA RILEVAZIONE ONLINE ATTIVATA DAL SENATO IN COLLABORAZIONE CON L’ISTAT FRA APRILE E LUGLIO, PUR LARGAMENTE PUBBLICIZZATA, HA FATTO EMERGERE SOLTANTO 1.645 ESODATI, DEI QUALI 1.177 NON COPERTI DA UNA DELLE SEI “SALVAGUARDIE” EMANATE A SEGUITO DELLA RIFORMA PENSIONISTICA
Dati risultanti al 15 settembre 2015 dal censimento, svoltosi on line tra l’8 aprile e il 12 luglio per iniziativa della Commissione Lavoro del Senato, in attuazione dell’ordine del giorno approvato il 24 settembre 2014 – Sui contenuti della scheda utilizzata per il censimento la Commissione ha sentito le diverse organizzazioni di esodati, accogliendone in larga parte le richieste di modifica – Alla pubblicazione di questi dati ha fatto seguito un comunicato della Rete Esodati, cui a mia volta ho replicato: Perché i veri esodati non “salvaguardati” non sono 50.000 (e perché dobbiamo tutti esserne contenti) .
I dati assoluti e le percentuali che seguono sono riferite alle 1645 schede compilate.
Dei rispondenti il 41% è nella fascia di età 55-59; il 57% nella fascia 60-64;
Persone non rientranti nei sei provvedimenti di salvaguardia emanati a seguito della riforma pensionistica del dicembre 2011: 1177, pari al 71,6%.
Diplomati di master universitario o dottorato: 45. Laureati: 227. Diplomati di scuola media superiore 871; di scuola media inferiore o avviamento professionale 444.
Il rapporto di lavoro è cessato per licenziamento nel 50% dei casi; per dimissioni o risoluzione consensuale negli altri casi.
Hanno goduto di un incentivo all’esodo 848 (51,6%) dei rispondenti.
351 (21%) dei rispondenti hanno svolto una qualche attività lavorativa temporanea dopo la risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. In più di tre casi su quattro (77,2%) si è trattato di lavoro subordinato.
L’85% dei rispondenti ha versato più di 30 annualità di contributi.