NOTE IN MARGINE ALLA GRANDE CRISI – LA LIBERA CONCORRENZA NON ESISTE ALLO STATO DI NATURA

IL MERCATO CONCORRENZIALE E’ UNA FORMA DI ORGANIZZAZIONE DELL’ECONOMIA MOLTO SOFISTICATA (E VULNERABILE), CUI SI ARRIVA AL CULMINE DI UN’EVOLUZIONE PLURIMILLENARIA

Articolo che uscirà su il Riformista il 13 ottobre 2008 

All’origine c’era l’economia agricola di sussistenza; nel medioevo l’economia curtense; poi, con la prima rivoluzione industriale, i grandi mercati monopolistici, seguiti dai sistemi keynesiani ad alta partecipazione statale nell’industria e nelle banche. Un mercato veramente concorrenziale non esiste “allo stato di natura”: ci si arriva solo al culmine di questa evoluzione. Anzi, non c’è nulla di più “artificiale” di un mercato perfettamente concorrenziale: per poter esistere e funzionare bene, esso ha bisogno di essere sorretto, oltre che da un alto grado di fiducia reciproca tra gli operatori e i cittadini, da un ordinamento e un’amministrazione pubblica moderni, un’autorità antitrust in grado di sciogliere e prevenire i monopoli, un sistema informativo plurale ed efficiente, una solida rete di sicurezza e assistenza per garantire pari opportunità alle persone meno dotate o più sfortunate.

Quando qualche cosa si guasta nella sofisticata e vulnerabile macchina del mercato concorrenziale, può essere necessario fare un passo indietro, regredire in qualche misura allo stadio meno evoluto, quello dell’economia ad alta partecipazione statale. Purché si mantenga ben chiara la consapevolezza che, sul piano dell’efficienza, dell’equità e della libertà, questo è soltanto un second best: un rimedio necessario per ricreare al più presto le condizioni che consentano di tornare – ammesso che ci si fosse già arrivati in precedenza ‑ al mercato concorrenziale, con regole e strumenti di garanzia ancora più evoluti e sofisticati di prima.

 

 

 

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