L’AUT AUT DEL REFERENDUM ELLENICO AIUTA A CHIARIRE ANCHE I TERMINI DELLA QUESTIONE FONDAMENTALE DELLA POLITICA NOSTRANA
Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 352, 4 luglio 2015 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 15 giugno, Grecia: anche il debitore sia ragionevole.i
Il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, d’accordo su questo punto con l’ex-Viceministro dell’Economia Stefano Fassina, si dichiara contrario alle leggi Fornero del dicembre 2011 e giugno 2012 e alla riforma del lavoro del 2015; favorevole, invece, a quelle che qualifica come “politiche keynesiane” praticate dal Governatore della BCE, e in particolare con la misura del Quantitative Easing, che inonda l’Europa di liquidità. Né l’uno né l’altro sembrano rendersi conto che Mario Draghi non avrebbe mai potuto impegnare la BCE – cioè il denaro di tutti gli europei – nelle misure espansive che stanno dando ossigeno alla nostra economia, se gli italiani non avessero avviato in modo credibile un progressivo allineamento dei propri conti pubblici e del proprio sistema di welfare con quelli degli altri Paesi più virtuosi. In altre parole: senza le leggi Fornero e il Jobs Act oggi non potrebbe esserci il Quantitative Easing di Draghi. L’errore dei Damiano e dei Fassina è lo stesso di Alexis Tsipras: anche il Governo di Atene vorrebbe una Unione Europea che facesse solo politiche espansive, con i soldi dei tedeschi, degli olandesi e dei finlandesi (i quali pagano le tasse, vanno in pensione dopo i 65 anni e cercano di ridurre la spesa pubblica), consentendo ai greci di continuare a non pagare le tasse, ad andare in pensione a 58 anni, a mantenere una amministrazione pubblica tanto mastodontica quanto improduttiva. Non si può fare i keynesiani – e tanto meno gli spendaccioni – con i soldi degli altri.
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