GLI INDICI SUI QUALI POTREMO MISURARE L’IMPATTO EFFETTIVO DELLA RIFORMA DEL LAVORO SUL FUNZIONAMENTO DEL MERCATO DEL LAVORO, SUL COMPORTAMENTO DI IMPRENDITORI E LAVORATORI, SUGLI ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI
Slides delle relazioni introduttive di Pietro Ichino e di Pietro Garibaldi, svolte al convegno promosso dalla Fondazione Giuseppe Pera a Lucca il 26 giugno 2015.
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Delineati i quattro capitoli essenziali della riforma, la mia relazione si propone di individuare gli aspetti principali del diritto del lavoro vivente che verranno davvero profondamente modificati dalla riforma e gli indici – sia di natura fattuale, sia di natura giurisprudenziale – a cui potremo fare riferimento per verificare se queste trasformazioni si attuano davvero.
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La relazione di Pietro Garibaldi, professore di economia del lavoro a Torino, muove dalla constatazione che nel decennio precedente la grande crisi il nostro mercato del lavoro aveva fatto registrare una performance occupazionale complessivamente molto migliore rispetto alla media europea, allargando le possibilità di assunzione in forme diverse dal lavoro regolare a tempo indeterminato; ma al prezzo del dilatarsi dell’area del lavoro precario, che si è rivelata poi pochissimo resistente ai colpi della crisi. Di qui la ratio della riforma, che mira a creare le condizioni per un superamento del dualismo e un ritorno del contratto a tempo indeterminato come forma prevalente di assunzione, finalmente accessibile anche alle nuove generazioni, che ne sono rimaste fin qui in larghissima parte escluse. L’ultima parte della relazione è dedicata a una (debitamente cauta) valutazione dei primi dati forniti da Istat, ministero del Lavoro e Inps sui flussi e lo stock occupazionale nei mesi di marzo e aprile.
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