NEL QUADRO POLITICO DELINEATO DA QUESTO VOTO REGIONALE, IL BALLOTTAGGIO PREVISTO DALLA NUOVA LEGGE ELETTORALE NAZIONALE APPARE DAVVERO INDISPENSABILE
Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 347, 1° giugno 2015.
Al momento di spedire questa Nwsl, alla mezzanotte di domenica 31 maggio, i dati più rilevanti che sembrano emergere dalla tornata elettorale sono due. Il primo è che si delinea un sistema tripolare: tre poli – Pd, Centro-destra e M5S – sono capaci di collocarsi al livello nazionale al di sopra del venti per cento dei voti, nessuno sopra il quaranta. Il secondo è che il centro-destra riesce a evitare il 6 a 1 minacciato dal Pd, conquistando la maggioranza relativa in Liguria. Maggioranza relativa, però, significa che non è chiaro come potrà formarsi in consiglio regionale una maggioranza che consenta al neo-presidente di governare. Alla mezzanotte del 31 maggio ogni altro commento sul risultato di queste elezioni regionali sarebbe azzardato, stanti le variazioni che i dati possono ancora subire, rispetto agli exit-poll. Una cosa però deve farci riflettere: se un risultato di questo genere uscisse da elezioni politiche nazionali, esso rischierebbe di rendere estremamente problematico dare al Paese un governo. In un contesto politico come questo, la soluzione del ballottaggio, prevista dalla nuova legge elettorale nazionale varata definitivamente poche settimane or sono, appare con tutta evidenza il modo più semplice e razionale di risolvere il problema, assicurando la necessaria legittimazione democratica al polo vincente ed evitando la necessità di alleanze innaturali e paralizzanti. Altri aspetti meno rilevanti di quella riforma possono non piacere; ma questo era ed è di gran lunga il più importante.
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