I CONTENUTI DELLA RIFORMA ELETTORALE AFFONDANO LE RADICI NELL’ELABORAZIONE PROGRAMMATICA DELL’ULIVO AI TEMPI DEL GOVERNO PRODI E CORRISPONDONO QUASI PERFETTAMENTE A QUANTO PREVISTO DALLA “COMMISSIONE LETTA” NEL 2013
Lettera aperta di Augusto Barbera, Stefano Ceccanti e Francesco Clementi a Enrico Letta, 22 aprile 2015; risposta dell’ex-Presidente del Consiglio, 23 aprile, e replica dei tre costituzionalisti, 24 aprile 2015.
LA LETTERA DI BARBERA CECCANTI E CLEMENTI A LETTA:
“I CONTENUTI DELLA RIFORMA SONO QUELLI CHE ANCHE TU VOLEVI”
Caro Enrico,
i mezzi di informazione danno oggi risalto a Tue perplessità sull’approvazione dell’Italicum. Non conosciamo le motivazioni politiche di questa Tua posizione, che naturalmente rispettiamo.
Ci teniamo comunque a sottolineare che le linee principali di detta riforma (premio di maggioranza al 40%, ballottaggio fra le due prime liste, liste bloccate corte in alternativa però a possibili voti di preferenza ) riflettono le conclusioni della Commissione dei 35 esperti da Te fortemente voluta e insediata (capitolo V, punti 7 e 8, della Relazione finale , ma anche importante il capitolo IV punto 4), sotto l’efficace regia del Ministro Quagliariello e di Luciano Violante, con il solo dissenso dei colleghi Cheli, Onida, Dogliani, Olivetti. L’unica differenza riguarda i destinatari del premio che la Commissione individuava non solo nella lista più votata ma anche in una possibile coalizione di liste. Siamo sicuri che non sia questo il principale motivo di dissenso avendoti visto fra i firmatari del referendum Guzzetta nel 2007 (svoltosi poi nel 2009) che tendeva a riservare il premio alla lista più votata (e anche Tu avrai sofferto, anche più di tutti noi, visto che svolgevi il ruolo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, nel vedere all’azione con il Governo Prodi II una coalizione che andava da Mastella a Turigliatto). Anche la riforma costituzionale del resto riprende , come sai, nelle grandi linee le conclusioni – sia pure a maggioranza – della Commissione Letta, che anzi erano addirittura più ampie ed incisive.
Conoscendoci reciprocamente da tempo, siamo sicuri che non avrai difficoltà nel consentirci di diffondere questa nostra lettera
Ti salutiamo molto cordialmente
Augusto Barbera
Stefano Ceccanti
Francesco Clementi
LA RISPOSTA DI ENRICO LETTA
“SÌ, MA NON SI FANNO LE RIFORME ISTITUZIONALI DA SOLI”
Cari Augusto, Stefano e Francesco,
Grazie per aver preso in così attenta considerazione le poche parole che ho dedicato al tema legge elettorale e riforme costituzionali in questi giorni di presentazione del mio libro. In verità la mia risposta alla vostra lettera è assai semplice perché tirate conclusioni su piani totalmente diversi dalle parole che ho pronunciato. Esprimere dubbi sull’opportunità di approvare riforme elettorali e costituzionali a maggioranza risicata, con la contrarietà di tutte le opposizioni, esterne e addirittura anche interne, è, a mio avviso, una semplice questione di buon senso. A maggior ragione visto la brutta fine che hanno fatto le riforme costituzionali del 2001 e 2005 e la legge elettorale poi denominata Porcellum, cioè le tre grandi riforme delle istituzioni approvate nel nostro paese “a maggioranza stretta” e non con un più largo spirito costituente. Immagino che da attenti studiosi delle istituzioni quali vi ho sempre conosciuto e seguito condividiate ovviamente questo mio così semplice pensiero. Tutto il resto delle cose che dite è interessante, potrebbe meritare valide contro-argomentazioni, ma poco ha a che vedere con il dubbio che è contenuto nel mio libro, che ho espresso nelle prime presentazioni e che grazie alla vostra pubblica lettera trovo cosi il modo di ribadire.
Con immutata stima
Enrico Letta
LA REPLICA DEI TRE COSTITUZIONALISTI:
“ALL’INIZIO FI ERA D’ACCORDO; ORA NON SI PUÒ AZZERARE TUTTO PER UNA BIZZA”
Caro Enrico,
ti ringraziamo davvero per l’attenzione. Prendiamo atto che tu, nel merito, non disconosci l’importante lavoro di una Commissione da Te istituita e presieduta da un tuo Ministro. Il nostro intento principale era appunto quello di valorizzare il lavoro della Commissione e di rivendicare lo stretto legame di merito dei contenuti di cui oggi si discute e su cui si è chiamati a votare, sia sulla riforma elettorale sia su quella costituzionale. Capiamo la tua perplessità sull’opportunità relativa al metodo, cioè di procedere a un voto a maggioranza divenuta nel frattempo più ristretta, per quanto pienamente costituzionale.
Tuttavia non possiamo condividerla: perché il consenso non è venuto meno per ragioni di merito, ma solo perché una parte dell’opposizione ha inteso così reagire a una scelta giusta, l’elezione a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella.
Su questa base, a noi non sembra ragionevole il riconoscere un potere di veto, un inaccettabile ostruzionismo per rinviare riforme indifferibili nel loro contenuto. Perché, ai nostri occhi, le riforme e il Paese vengono prima. E di ciò, appunto, pagherebbe il prezzo solo il Paese. Carissimi saluti
Augusto Barbera
Stefano Ceccanti
Francesco Clementi