COPRIRE PER L’ANNO IN CORSO ED ESTENDERE AI PROSSIMI LA RIDUZIONE DEL CUNEO SUL COSTO DEI NUOVI CONTRATTI – RIFINANZIARE LA DETASSAZIONE DEL SALARIO DI PRODUTTIVITÀ CONTRATTATO IN AZIENDA – PROMUOVERE L’OCCUPAZIONE FEMMINILE, INCOMINCIANDO DAL MEZZOGIORNO, MEDIANTE UNA DETASSAZIONE SELETTIVA DEL REDDITO
Testo del parere approvato dalla Commissione Lavoro del Senato su mia proposta nella seduta antimeridiana del 15 aprile 2015, per la parte di sua competenza del Documento di Economia e Finanza presentato dal Governo al Parlamento l’11 aprile 2015 – È on line anche la mia relazione sullo stesso DEF, svolta il giorno precedente.
PARERE DELLA 11ª COMMISSIONE PERMANENTE
(Lavoro, previdenza sociale)
(Relatore ed estensore: senatore ICHINO)
(Doc. LVII, n. 3 – Allegati I, II, III, IV, V e VI) Documento di economia e finanza 2015 e connessi allegati
La Commissione lavoro, previdenza sociale,
esaminati, per le parti di competenza, il Documento di economia e finanza 2015 e i connessi allegati,
premesso che il quadro programmatico delineato prevede un incremento del PIL rispetto all’anno precedente pari allo 0,7 per cento per l’anno in corso, all’1,4 per cento per il 2016 e a un tasso medio annuo simile a quest’ultimo per il periodo 2017-2019; un tasso di disoccupazione pari al 12,3 per cento per l’anno in corso, all’11,7 per cento per il 2016 e fino a decrescere al 10,5 per cento per il 2019;
preso atto che in tema di politiche del lavoro il DEF delinea il quadro normativo scaturito dall’approvazione della legge n. 183 del 2014 (Jobs act), con una valutazione puntuale e positiva sulle singole deleghe;
valutato che, secondo il Documento, il rapporto fra spesa pensionistica e PIL – il cui valore per il 2015 è previsto pari al 15,8 per cento – tenderà a ridursi fino al 2030, in presenza di un andamento di crescita più favorevole, fino ad attestarsi intorno al 15 per cento,
esprime, per quanto di competenza, parere favorevole sul Documento di Economia e Finanza con le seguenti
OSSERVAZIONI
Al fine del consolidamento dell’incipiente tendenza alla ripresa della crescita economica, si sottolinea la necessità di aprire il sistema nazionale agli investimenti diretti esteri e stimolare gli investimenti interni. A tale scopo, sul piano della politica del lavoro, occorre per un verso, dare agli operatori una prospettiva credibile di copertura per l’anno in corso e di estensione anche agli anni prossimi della riduzione del cuneo fiscale e previdenziale sulle retribuzioni nel periodo iniziale dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
Allo stesso scopo occorre, per altro verso, assicurare un funzionamento migliore del mercato del lavoro, come luogo di facile incontro fra domanda e offerta. Devono andare in questa direzione:
– l’istituzione di una Agenzia nazionale per l’impiego capace di stabilire gli standard di efficienza e gli obiettivi da raggiungere, di controllarne il raggiungimento e surrogarsi alle strutture regionali che se ne rivelino incapaci;
– una più stretta cooperazione tra Centri per l’Impiego e operatori accreditati specializzati nell’assistenza ai lavoratori nella ricerca della nuova occupazione;
– una più stretta combinazione tra le politiche passive, di sostegno del reddito dei disoccupati, con quelle attive, mirate al loro rapido reinserimento nel tessuto produttivo, anche al fine di rendere effettivo il principio di condizionalità dei trattamenti di disoccupazione ed evitare che essi producano un allungamento dei periodi di inattività delle persone stesse;
– una rapida messa a punto ed entrata in funzione del nuovo strumento del contratto di ricollocazione, istituito dall’articolo 17 del decreto legislativo n. 22 del 2015 in attuazione della legge-delega n. 183 del 2014;
– l’attivazione di misure fiscali che agevolino il decollo, il consolidamento e la diffusione del nuovo strumento del contratto di ricollocazione;
– l’attivazione, ad opera della l’istituenda Agenzia nazionale per l’impiego, di un sistema di rilevazione sistematica del tasso di coerenza tra formazione professionale finanziata con fondi pubblici e sbocchi occupazionali effettivi per chi ne ha fruito.
A completamento del nuovo sistema di workfare, per le persone disoccupate che non dispongono dei requisiti per il trattamento di sostegno del reddito di natura assicurativa, si raccomanda un rafforzamento dell’impegno del Governo sul terreno delle misure per la lotta contro la povertà.
Si segnala inoltre che le misure necessarie di politica sociale e del lavoro devono mirare alla promozione di un sistema di relazioni industriali aperto all’innovazione tecnologica, capace di rispondere positivamente alle esigenze dei nuovi piani industriali, di adattare gli standard di trattamento dei lavoratori alle esigenze di sviluppo delle diverse parti del territorio nazionale e di collegare gli aumenti retributivi agli incrementi di produttività. In funzione di questo obiettivo si suggerisce
– di rifinanziare le misure di detassazione della parte di retribuzione (entro i limiti di durata normale della prestazione) legata agli incrementi di produttività, contrattata al livello aziendale;
– di incentivare sul piano fiscale le forme contrattate a livello aziendale di partecipazione dei lavoratori agli utili dell’impresa, secondo quanto previsto nel disegno di legge n. 1051, all’esame della Commissione lavoro.
Infine, si sottolinea che una crescita economica equilibrata e duratura presuppone un rapido aumento del tasso di occupazione – in Italia patologicamente basso – delle donne, dei giovani, dei disabili, e nella fascia di età sopra i cinquant’anni di età. In particolare:
– in tema di occupazione giovanile, si raccomanda l’istituzione di un servizio di orientamento scolastico e professionale, capace di raggiungere capillarmente ogni adolescente all’uscita di ciascun ciclo di studi, oggi drammaticamente mancante nel nostro Paese;
– quanto all’aumento del tasso di occupazione femminile, si raccomanda di favorire il suo allineamento all’obiettivo di Lisbona (60 per cento, rispetto all’attuale 46 per cento) mediante una azione positiva collegata al raggiungimento di quell’obiettivo, consistente in una detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminile; un primo forte intervento in questo senso potrebbe essere dislocato nel Mezzogiorno, dove il tasso di occupazione femminile è più basso;
– si raccomanda infine di prevedere un programma mirato alla promozione dell’invecchiamento attivo, mediante misure di sostegno del reddito, schemi di combinazione di lavoro parziale e parziale anticipazione della pensione, schemi di attivazione nel mercato dei servizi alle persone e alle comunità locali, nonché schemi volti al ridisegno delle mansioni, attingendo alle migliori esperienze disponibili nel panorama del centro e nord Europa. Una parte di queste misure può essere utilmente attivata anche per l’aumento del tasso di occupazione nel segmento dei portatori di disabilità non totalmente invalidanti.
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