N. 336 – 9 marzo 2015

RIFORMA DEL LAVORO: IL TRENO PARTE ANCHE SENZA I RITARDATARI
7 marzo 2015: entrano in vigore i primi due decreti attuativi della legge-delega, ma a sinistra c’è chi non ha ancora capito bene di che cosa si tratta. Leggi il mio editoriale telegrafico.

POLITICA INDUSTRIALE: LE DUE LEVE SBAGLIATE E LE CINQUE GIUSTE
I due interventi sbagliati: finanziamento delle imprese fuori mercato e difesa della loro “italianità”; i cinque giusti: ridurre la pressione fiscale, la burocrazia e la durata del processi, far funzionare meglio il mercato del lavoro, allineare la legislazione del lavoro ai migliori standard internazionali: leggi il mio articolo pubblicato lunedì sul Foglio e, a conferma della tesi ivi espressa, la lettera di un operatore esperto in questo campo.

OBIEZIONI E REPLICHE SU JOBS ACT E DINTORNI
È on line la raccolta ordinata di domande e risposte di natura essenzialmente politica sulla riforma del lavoro, aggiornata con numerose domande pervenutemi nell’ultima settimana e suddivise in 13 capitoli. È on line anche la videoregistrazione di un seminario telematico sul contratto a tutele crescenti, introdotto da una mia relazione, svoltosi il 27 febbraio scorso.

CHE COSA PROTEGGE E LIBERA DAVVERO IL LAVORO
Perché un mercato del lavoro meno vischioso e più innervato da servizi efficaci protegge la generalità dei lavoratori meglio di quanto faccia l’ingessatura dei posti di lavoro: leggi la mia intervista pubblicata sul settimanale Visto.

GLI ITALIANI APPROVANO LA RIFORMA DEL LAVORO
Il 61% del campione la approva, soltanto il 34% la disapprova: un mutamento profondo nell’orientamento dell’opinione pubblica, determinato dal fatto che per la prima volta si affronta la questione a 360 gradi, compensando la maggiore flessibilità  con il sostegno più robusto nel mercato: scarica il diagramma pubblicato dal quotidiano la Stampa.

IL M56 E IL REDDITO MINIMO DI INSERIMENTO
Il dibattito in seno alla Commissione Lavoro del Senato ha prodotto il risultato utile di convincere il Movimento di Beppe Grillo della necessità di condizionare l’assistenza di ultima istanza alla disponibilità fattiva dell’interessato per la rioccupazione: leggi la mia dichiarazione a il Fatto quotidiano di mercoledì.

CONTRATTO DI RICOLLOCAZIONE E RUOLO DEI SINDACATI
Bene la riscoperta da parte delle confederazioni maggiori della necessità di protezione dei lavoratori nel mercato, e non solo nel rapporto di lavoro, ma l’attività oggetto del contratto di ricollocazione ha natura specialistica e non può essere svolta da loro direttamente: leggi la mia intervista a Tempi di giovedì.

IL MERCATO DEL TEMPO DI LAVORO
Sollecitato da alcune domande rivoltemi negli incontri di questi giorni, ripropongo ai frequentatori del sito il quarto capitolo del mio libro Il lavoro e il mercato, col quale vent’anni fa ho cercato di spiegare perché la ricetta “lavorare meno lavorare tutti” non funziona: il lavoro non è una quantità data, tale per cui chi lavora di più toglie lavoro ad altri. E il lavoro che si vieta agli uni non viene facilmente assegnato ad altri: al contrario, la limitazione generalizzata può persino ridurre le occasioni di lavoro per chi è fuori.

ANCORA SUL RECLUTAMENTO NEI CONSERVATORI MUSICALI
Tempesta in un bicchier d’acqua, dopo che ho osservato quanto sia assurdo che un docente possa essere assegnato meccanicamente a questo o quell’Istituto sulla sola base di una graduatoria nazionale: leggi la lettera del Direttore del Conservatorio di Foggia e di Rodi G., con la mia replica. Resta apertissima la questione dell’autonomia e responsabilizzazione piena degli Istituti.

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