MENTRE IL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO È ORMAI DA SETTIMANE IN APNEA, IN ATTESA DEL DECRETO SUL CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI, IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA DICHIARA DI NON VEDERE ALCUN MOTIVO PER ACCELERARE
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 328, 11 gennaio 2015.
L’intero mercato del lavoro italiano è ormai da tre mesi in attesa del contratto a tutele crescenti, cui la legge di stabilità 2015 collega misure molto incisive di sgravio fiscale e contributivo. Dio sa quanto sia urgente: non solo per la riduzione del costo del lavoro, ma anche per la possibilità di assumere a tempo indeterminato senza le ingessature della vecchia disciplina. Il Governo si era proposto di varare la legge-delega entro novembre, per poter avere il primo decreto attuativo in vigore già dal 1° gennaio, in sincronia con la legge di stabilità. Senonché la Commissione Lavoro di Montecitorio si è mostrata più sensibile all’esigenza dei ritocchi qua e là che all’esigenza della tempestività; col risultato che l’entrata in vigore della legge è slittata a metà dicembre e l’approvazione dello schema di decreto il Governo alla vigilia di Natale. Fin qui si può capire. Si sarebbe comunque potuto presentare il decreto alle Camere per il prescritto parere consultivo già il 2 gennaio. Invece no: “è politicamente irrinunciabile” – secondo gli stessi cui è imputabile il primo ritardo – che il decreto sulle tutele crescenti venga presentato alle Camere esattamente nello stesso giorno e ora in cui viene presentato quello sul nuovo trattamento di disoccupazione, ciò che può avvenire soltanto il 12 gennaio. Ne derivano altri dieci giorni di ritardo? Non importa: quella coincidenza “politicamente irrinunciabile” conta più dell’urgenza di rimettere in moto il nostro mercato del lavoro. Ora, però, i due rami del Parlamento potrebbero dare una mano per recuperare il tempo perduto, evitando di prendersi tutti i 30 giorni che hanno a disposizione per i pareri: questo consentirebbe di far entrare il decreto in vigore almeno entro gennaio. Leggiamo invece sui giornali di oggi la dichiarazione sbalorditiva del presidente della Commissione Lavoro della Camera: “per i pareri non c’è fretta” (testuale: la Stampa dell’11 gennaio, pag. 11!). “Non c’è fretta”?? Ma che Commissione Lavoro è questa, che per mero puntiglio politico – ma “politicamente irrinunciabile”, s’intende – sceglie di mantenere il mercato del lavoro in apnea ancora un po’ più a lungo?
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