L’ASSISTENZA AI DISABILI NON AUTOSUFFICIENTI

UNA QUESTIONE DRAMMATICAMENTE URGENTE PER CENTINAIA DI MIGLIAIA DI FAMIGLIE

Lettera pervenuta il 15 settembre 2008

Sono un elettore del centro-destra.
Nella mia famiglia c’è un giovane uomo cerebroleso dalla nascita obbligato a vivere in carrozzella con gravissime menomazioni sia nel movimento che nella parola.
Le menomazioni furono causate  da  un errore in sala parto di una primaria clinica di Torino poi chiusa e liquidata  per altri casi del genere , senza che fosse versato alcun indennizzo ai danneggiati.
Alcuni anni fa la madre del giovane è morta di cancro caricando sulle spalle del padre e del fratello tutto il dolore e l’onere dell’assistenza.
La struttura pubblica che prestava una parziale assistenza ha dovuto chiudere per mancanza di finanziamenti causa i tagli di una delle ultime finanziarie.
Di fronte al duplice scandalo dell’Alitalia che costa ai contribuenti italiani da 2 a 3 milioni di euro al giorno e alla chiusura per mancanza di fondi dei centri di assistenza per handicappati, non mi rimangono che due alternative: o scendere in piazza e sparare, o togliervi il mio voto. Per ora scelgo la seconda ma se continuerete a rubare dalle mie tasche i soldi per sostenere una Alitalia che avrebbe dovuto fallire 20 anni fa credo che sceglierò la prima!

Giuseppe Gloria

Via Rubicone 27

00198 Roma

 

La questione che Lei pone è drammaticamente urgente per centinaia di migliaia di famiglie italiane. Ma viene sistematicamente posposta ad altre, sostenute da gruppi assai meglio organizzati e capaci di farsi valere. Lei cita giustamente lo scandalo di Alitalia; ma potremmo fare un lungo elenco di sprechi enormi, che pure durano da decenni e non vengono affrontati per l’incapacità del nostro sistema di valutare e distinguere in modo obiettivo e trasparente, di sopprimere le entità inutili, di attivare in modo civile la mobilità dei lavoratori dove questo è necessario. Col risultato che il principio dominante è quello dell’inamovibilità di strutture e persone, a spese della collettività (e soprattutto dei suoi membri più sofferenti).     p.i.

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