PERCHÉ IL DECRETO CHE CONTERRÀ IL NUOVO TESTO UNICO NON POTRÀ ESSERE OGGETTO DI UN COMPROMESSO TRA PORTATORI DI VISIONI CONTRAPPOSTE
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 325, 22 dicembre 2014.
Il decreto contenente la disciplina del contratto a tutele crescenti è ormai in dirittura d’arrivo; e si delinea un risultato sostanzialmente conforme all’intendimento fondamentale della legge-delega. Tutto bene, dunque, salvo sorprese dell’ultima ora. Ma a questo risultato si è arrivati attraverso alcune settimane di una vera e propria negoziazione del contenuto di questo primo decreto parola per parola, come se fosse un contratto collettivo e se da una parte e dall’altra del tavolo ci fossero i rappresentanti di due parti contrapposte; mentre in realtà se fosse dipeso da sindacati e associazioni imprenditoriali la legislazione del lavoro sarebbe stata concordemente lasciata così com’è. Le cose sono andate bene solo perché il contenuto della delega legislativa sul contratto a tutele crescenti è molto preciso. Ora però non è pensabile che, con lo stesso modo di procedere, riusciamo a varare entro marzo o aprile – secondo quanto programmato dal Governo – anche il decreto contenente il Codice semplificato, facendo un buon lavoro. Nel decreto sulle tutele crescenti si è trattato soltanto di riscrivere la norma sul licenziamento; nel Codice semplificato si tratterà invece di riscrivere, semplificandole, oltre a questa anche tutte le altre norme che disciplinano il contratto di lavoro. Dobbiamo renderci conto che la complessità della legislazione e l’incertezza dell’esito della sua applicazione in sede giudiziale sono entrambe sabbia nell’ingranaggio del sistema produttivo, dannosa per le imprese quanto per i lavoratori. E sono figlie gemelle del matrimonio tra una politica incapace di decidere, propensa dunque sempre a trovare un compromesso basato sull’oscurità del testo legislativo, e il ceto degli “addetti ai sacri misteri”: cioè di giuslavoristi, avvocati, consulenti, sindacalisti, funzionari delle associazioni imprenditoriali, per lo più interessati a mantenere alto il tasso del contenzioso e a conservare il monopolio della comprensione delle norme, oltre che della gestione dei casi concreti. Il progetto del Codice semplificato nasce proprio per sciogliere quel matrimonio e voltar pagina rispetto alle sue costose conseguenze.
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