LA MANCATA EMANAZIONE DEL DECRETO MINISTERIALE, NONOSTANTE LE ASSICURAZIONI RIPETUTAMENTE DATE DAI RESPONSABILI DEL DICASTERO, CONFIGURA ORMAI UN INAMMISSIBILE TENTATIVO DI ABROGAZIONE DI FATTO DELLA NORMA LEGISLATIVA
Interrogazione annunciata su questo sito il 15 dicembre 2014, che sarebbe stata presentata alla Presidenza del Senato nei giorni immediatamente successivi, se non mi fosse pervenuta la notizia dell’emanazione del decreto, avvenuta il 16 dicembre – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico del 15 dicembre Perché il ministero ostacola il decollo della sperimentazione delle politiche attive del lavoro?.
. Interrogazione al ministro del Lavoro e delle politiche socialicon richiesta di risposta in Commissione
dei senatori Pietro Ichino e altri
Premesso che
– gli stessi senatori sottoscritti hanno presentato il 9 aprile scorso l’interrogazione n. 4-02028, nella quale si chiedeva di sapere:
... quali siano i motivi per i quali non è stato emanato entro il termine dovuto del 29 marzo 2014 il regolamento del Fondo per le politiche attive del lavoro istituito dal comma 215 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (legge di stabilità per il 2014);
... se, come ed entro quando il Ministro in indirizzo intenda provvedere al riguardo, anche tenuto conto del fatto che nella medesima legge sono stati stanziati soltanto 50 milioni per le politiche attive del lavoro (misure per il reinserimento dei disoccupati nel tessuto produttivo), e in particolare per l’avvio della sperimentazione regionale del metodo di collocamento fondato sul “contratto di ricollocazione”, a fronte di quasi un miliardo stanziato per le politiche passive (sostegno del reddito ai disoccupati);
... se non consideri davvero preoccupante che persino quell’esiguo 5 per cento dello stanziamento complessivo per le politiche del lavoro, destinato dallo Stato alle politiche attive nel 2014, rischi di finire con l’essere di fatto annullato per effetto di difficoltà o ritardi nell’attuazione della normativa che ha disposto lo stanziamento medesimo;
– gli stessi senatori sottoscritti hanno ripresentato una seconda interrogazione di contenuto identico il 25 giugno scorso (n. 4-02383);
– il 3 luglio, nel corso di un question time, nell’Aula del Senato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha dato assicurazione che “il regolamento riferito alla sperimentazione dei contratti di ricollocazione è pronto: è stato preparato dalla Direzione competente, all’interno del Ministero del lavoro; ora stiamo svolgendo l’istruttoria tecnica per verificare che la formulazione sia pienamente coerente e in tempi brevi lo firmeremo e lo pubblicheremo” (dal resoconto stenografico della sessione pomeridiana del 3 luglio 2014);
– nel corso dell’estate si è avuta notizia della disponibilità espressa dalla Regione Lazio – già attrezzata sul piano amministrativo per l’attivazione dell’integrazione fra servizio pubblico e agenzie private – per avviare in tempi brevi la sperimentazione di cui al comma 215 dell’art. 1 della legge di stabilità 2014 per la soluzione della crisi occupazionale del Gruppo Alitalia;
– poiché, ciononostante, l’emanazione del regolamento del Fondo continuava a tardare, il 16 settembre 2014 gli stessi senatori sottoscritti hanno presentato una terza interrogazione di contenuto analogo alle precedenti;
– a questa terza interrogazione ha risposto in Commissione il sottosegretario Luigi Bobba il 15 ottobre, spiegando il ritardo con un sovraccarico di lavoro gravante sulla struttura ministeriale e assicurando che il testo del Regolamento era pronto, che esso era stato trasmesso alla Corte dei Conti, e che l’emanazione doveva considerarsi imminente;
– nel corso del mese di novembre Alitalia ha proceduto al licenziamento di 940 dipendenti, per i quali avrebbe dovuto essere attivato in via sperimentale lo strumento del contratto di ricollocazione, mediante utilizzazione del Fondo per le politiche attive;
– ciononostante, a tutt’oggi, a quasi dodici mesi dall’entrata in vigore della norma istitutiva, a nove mesi dalla scadenza del termine ivi stabilito, a cinque mesi dall’assicurazione data dal ministro in Aula al Senato circa l’imminenza dell’emanazione, a due mesi dalla analoga assicurazione data in Commissione dal Sottosegretario Bobba, quando ormai è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge-delega per la riforma del mercato del lavoro – nella quale si prevede la messa a regime del contratto di ricollocazione (comma 4, lettera p) come strumento ordinario di politica del lavoro – il regolamento necessario per l’avvio della sperimentazione, che avrebbe dovuto precedere opportunamente la riforma, non è ancora stato emanato;
– il gravissimo ritardo nell’emanazione del regolamento sta già causando un ritardo indebito nella ricollocazione dei dipendenti licenziati da Alitalia, con conseguente danno erariale crescente ogni giorno che passa per i trattamenti di disoccupazione erogati agli ex-dipendenti Alitalia interessati alla sperimentazione;
– risulta che il ministero del Lavoro e delle politiche sociali non abbia mai sollecitato la registrazione del provvedimento da parte della Corte dei Conti, come risulta che sia prassi fare sia in via ordinaria, sia soprattutto quando sussistono motivi di urgenza;
tutto ciò considerato, i sottoscritti rinnovano integralmente il contenuto delle tre interrogazioni precedenti, chiedendo che il ministro
... chiarisca finalmente i motivi di un ritardo così paradossalmente grave e dannoso per il processo di riforma degli strumenti di governo del mercato del lavoro, certamente non spiegabile con il “sovraccarico di lavoro gravante sulla struttura ministeriale”;
... spieghi i veri motivi per cui le assicurazioni date in Senato, in Aula il 3 luglio e in Commissione il 15 ottobre, sono state poi totalmente disattese nei fatti;
... spieghi in particolare quali siano i moventi dell’ostruzionismo che sembra essere praticato dalla struttura del suo Dicastero contro l’adempimento previsto da una legge dello Stato;
... fornisca le dovute assicurazioni circa l’adozione di misure efficaci affinché cessi immediatamente la situazione di ingiustificabile inadempienza della struttura amministrativa, ormai suscettibile di essere considerata come un inammissibile tentativo di abrogazione di fatto della norma legislativa.
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