COSÌ IL POTERE BUROCRATICO ABROGA DI FATTO UNA LEGGE DELLO STATO
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 324, 15 dicembre 2014 – Per ulteriore documentazione in proposito v. il Portale del contratto di ricollocazione – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico Lavoro: per prima cosa, stanare i gattopardi, dell’8 settembre – Il giorno dopo la pubblicazione di questo editoriale si è avuta dal ministero notizia dell’avvenuta registrazione del decreto contenente il regolamento del Fondo per le politiche attive presso la Corte dei Conti e della sua conseguente entrata in vigore: per questo motivo la presentazione della quarta interrogazione, annunciata nell’editoriale, è stata sospesa .
27 dicembre 2013 – Viene emanata la legge di stabilità 2014, il cui articolo unico al comma 215 istituisce il Fondo per le politiche attive del lavoro, disponendo un suo finanziamento iniziale di 50 milioni. Il relativo regolamento dovrà essere emanato entro 90 giorni.
8 aprile 2014 – Scaduto inutilmente il termine per l’emanazione del regolamento, i capigruppo di maggioranza in Commissione Lavoro al Senato presentano una prima interrogazione in proposito al Ministro, che resta però priva di risposta.
25 giugno 2014 – Del regolamento nessuna traccia. Seconda interrogazione dei capigruppo di maggioranza. Questa volta il ministro risponde in Aula il 3 luglio, nel corso di un question time, informando il Senato che il regolamento è pronto ed è ormai “alla firma”.
14 luglio 2014 – Il Governo e la Regione Lazio annunciano il prossimo avvio della sperimentazione, con il contributo del Fondo per le politiche attive, del contratto di ricollocazione per la soluzione della nuova crisi occupazionale Alitalia, che vede oltre 900 lavoratori licenziati.
16 settembre 2014 – Il regolamento non c’è ancora. Terza interrogazione al ministro del Lavoro.
15 ottobre 2014 – Il sottosegretario al Lavoro Bobba risponde in Commissione che il decreto è pronto e deve essere solo registrato alla Corte dei Conti.
15 dicembre 2014 – Il regolamento non è ancora emanato. Domani verrà presentata la quarta interrogazione in proposito.
A questo punto, però, secondo logica, l’interrogazione non dovrebbe più riguardare il regolamento del Fondo per le politiche attive, bensì un quesito assai più inquietante: chi, in seno al ministero, è responsabile di questa vera e propria omissione di un atto d’ufficio, platealmente mirata a impedire l’attuazione di una legge dell0 Stato?