BARETTA: CONTRATTO A STABILITA’ CRESCENTE, ORA SI PUO’ FARE

“QUALI I LIMITI ALLA LIBERTÀ DI RINNOVAMENTO E QUALI LIMITI ALLA INAMOVIBILITÀ IN CASO DI OBSOLESCENZA È LO SPIETATO QUESITO CHE ABBIAMO DI FRONTE. DALLA RISPOSTA A QUESTA INTRICATA QUESTIONE DIPENDERÀ IL SUCCESSO DI UNA RIFORMA CHE È NECESSARIA”

Articolo di Pier Paolo Baretta, deputato Pd, ex-segretario confederale della Cisl, pubblicato su Il Riformista il 13 maggio 2009

 “… le imprese hanno la necessità di ringiovanirsi, specializzarsi, riconvertirsi,sempre più rapidamente e un processo di sostituzione dei lavoratori singoli (operai e tecnici allo stesso modo) è di gran lunga più rapido e conveniente di percorsi di aggiornamento e formazione continua.
Se da un lato si può negare questa esigenza e non riconoscerne la validità imprenditoriale, dall’altro non si può negare che se questa impostazione prevalesse nella filosofia della riforma, il lavoratore singolo si troverebbe esposto ad un processo di espulsione senza ritorno. E’ difficile pensare, infatti, che una persona che ha per 20 o 30 anni esercitato una mansione e viene considerato obsoleto sia in condizioni di presentarsi nel mercato del lavoro con un restyling professionale tale da essere appetibile per altre e del tutto diverse professioni. Può succedere, ma non riguarderebbe la maggioranza. Dunque: quali limiti alla libertà di rinnovamento e quali limiti alla inamovibilità in caso di obsolescenza è lo spietato quesito che abbiamo di fronte. Dalla risposta a questo intricato snodo dipenderà il successo o meno di una riforma necessaria. …”

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