IL PRIMO ATTO DEL NEO-SEGRETARIO GENERALE CARMELO BARBAGALLO CONSISTE IN UNA INVERSIONE A U, RISPETTO ALLA LINEA D’AZIONE DEL SUO PREDECESSORE SULLA RIFORMA DEL LAVORO, SENZA IL MINIMO ACCENNO DI ISTRUTTORIA E DI MOTIVAZIONE
Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 321, 23 novembre 2014 – In argomento v. anche il primo editoriale telegrafico, Se la vecchia sinistra guardasse dentro la riforma del lavoro….
Auguri a Carmelo Barbagallo, neo-eletto segretario generale della UIL. Del suo esordio, però, una cosa lascia perplessi: che il suo primo atto sia consistito, senza neppure un accenno di istruttoria, in una svolta a U rispetto alla linea del segretario generale precedente Angeletti in merito alla riforma del lavoro centrata sul contratto a protezione crescente e sul Codice semplificato. Angeletti è stato fra i primi a dare il suo endorsement a questo progetto con un intervento sul Corriere della Sera del 9 febbraio 2010 («una soluzione intelligente e praticabile», «un’idea moderna, che rende più efficiente il mercato e difende sul serio le persone» cui si accompagna una «attenta riforma dei sistemi di protezione nel momento in cui si perde l’impiego, puntando sulla sussidiarietà e sul coinvolgimento delle associazioni territoriali») e soprattutto con la lettera del 7 novembre 2011, nella quale egli ha dato al progetto il proprio pieno appoggio, invitando tutta la UIL a sostenerlo. Ora, prima ancora che si siano potuti conoscere in dettaglio i contenuti del primo decreto delegato che il Governo si appresta a emanare, Barbagallo aderisce allo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 12 dicembre contro l’idea stessa di questa riforma, i cui lineamenti generali sono contenuti nel disegno di legge-delega in corso di approvazione in Parlamento. Che lo faccia la Cgil, da sempre contraria a questa riforma, non sorprende. Sorprende che lo faccia la UIL senza dare la pur minima spiegazione dell’inversione di marcia rispetto all’intero quinquennio precedente.