UN MIO PICCOLO CONTRIBUTO AL DIBATTITO POLITICO IN CORSO IN SC, NEL PD E NEL NCD
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 317, 27 ottobre 2014 – In argomento v. anche la mia intervista al Corriere Fiorentino nel giorno conclusivo della manifestazione della Leopolda.
Giusto un anno fa proposi ai lettori di questo sito una breve riflessione su quello che sta accadendo nella politica italiana, accompagnata da una rappresentazione grafica. La riflessione e l’allegato diagramma mettevano a confronto lo spartiacque del bipolarismo tradizionale destra/sinistra con lo spartiacque di un nuovo bipolarismo veramente corrispondente alle scelte di fondo che la politica italiana è chiamata oggi a compiere: pro o contro la “strategia europea dell’Italia”, fatta di riforme strutturali incisive utili anche per ottenere le politiche espansive dall’UE. Rispetto a questo nuovo spartiacque, in quello schema si vedevano schierati “contro” (parte inferiore del diagramma) una metà del PdL, la Lega, il M5s, quasi tutta SEL e una piccola porzione del PD (quella rappresentata oggi dai Civati e dai Fassina); sul versante “pro” (parte superiore) quasi tutto il PD, tutta SC e l’altra metà del PdL, un pezzettino di SEL (Migliore e pochi altri). Ora, confrontiamo la parte superiore di quel diagramma con il nuovo “polo”, assai più ampio di quanto non riesca a essere almeno per ora il PD, che si sta aggregando intorno a Renzi e che si è ritrovato in questi giorni alla Leopolda; e confrontiamo la parte inferiore del diagramma con l’insieme delle forze politiche che oggi sono all’opposizione del Governo Renzi. Salvo un netto ridimensionamento complessivo dell’area occupata dal PdL e la sua parziale trasformazione nel NCD di Alfano, la coincidenza è impressionante: ciò che quel diagramma prevedeva si sta verificando. Questo, dunque, è il nuovo bipolarismo che caratterizza la XVII legislatura e che presumibilmente caratterizzerà anche la successiva. La scelta fondamentale oggi è quella che si compie rispetto a questo spartiacque, ruotato di 90 gradi rispetto a quello sul quale si è strutturata la politica per tutto il mezzo secolo precedente. Su ciascuno dei due nuovi versanti le forze politiche potranno aggregarsi o rimanere separate in vari modi; ma non sembra che ci siano spazi né per “terzi poli”, né per nostalgie di una politica che non c’è più.
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