JOBS ACT: ANATOMIA DI UNA RIFORMA
Il tramonto del regime di job property e il nuovo regime ispirato al principio della flexsecurity: sono on line le slides della conferenza che terrò il 20 ottobre prossimo all’Università di Verona.
CONTRO LA LEGGENDA METROPOLITANA DEI 50 TIPI DI CONTRATTO DI LAVORO
Leggi la mia Lettera sul lavoro pubblicata oggi dal Corriere della Sera, con la quale spiego perché la tesi dei 50 tipi diversi di contratto di lavoro, che sarebbero stati per la maggior parte introdotti nel nostro ordinamento dalle leggi Treu 1997 e Biagi 2003, sia a dir poco fantasiosa. In appendice l’elenco dei 50 “tipi” individuati dall’Osservatorio dei Lavori collegato alla Cgil, con una nota di commento analitica.
CHE COSA PENSO DEL TRASFERIMENTO DEL TFR IN BUSTA-PAGA
Questa forma di risparmio obbligato è nata da un errore degli anni ’60, conseguenza di una concezione paternalistica del rapporto di lavoro dipendente; è possibile avviarla al superamento evitando danni alle imprese o all’Inps sul piano finanziario e lasciando liberi i lavoratori di destinare l’accantonamento a risparmio presso l’azienda, previdenza complementare o consumo. Leggi la mia intervista al sito articolo36.it.
IL TESTO DELLA LEGGE-DELEGA SUL QUALE IL SENATO HA VOTATO LA FIDUCIA
Il testo del disegno di legge approvato dal Senato in prima lettura nella notte tra mercoledì e giovedì prevede l’emanazione del Codice semplificato del lavoro e segna in modo inequivoco il passaggio dal principio finora dominante della job property a quello della flexsecurity: qui un mio primo commento a caldo; v. anche, sui passi ulteriori che ora vanno compiuti, la mia intervista all’agenzia di stampa ADN-Kronos di mercoledì. È on line anche la dichiarazione di voto finale del capogruppo SC in Senato Gianluca Susta, dalla quale emerge bene il contenuto e significato essenziale di questa riforma. Alle moltissime richieste circa i possibili contenuti del nuovo Codice semplificato rispondo rinviando alla sua 3a edizione, del marzo 2014.
SULLA COSTITUZIONALITÀ DELLA DELEGA-LAVORO
Sulla censura di illegittimità che viene mossa alla delega contenuta nel disegno di legge, sotto il profilo della genericità, v. il parere del costituzionalista Stefano Ceccanti, espresso sulla base della giurisprudenza costante della Consulta. In proposito v. anche il mio intervento nella discussione generale sul disegno di legge-delega, svolto in Senato la settimana scorsa.
CHIAREZZA: UN OBBLIGO PRECISO DEL LEGISLATORE, SEMPRE IGNORATO
Una norma in vigore da 25 anni imporrebbe al Parlamento di redigere le leggi in modo molto più leggibile, e a riordinarle in ciascun settore con un testo unico almeno ogni sette anni: leggi l’articolo 13-bis della legge n. 400/1988.
IL PROGETTO DI RICOLFI PER OTTENERE 300.000 POSTI A COSTO ZERO
Se davvero una riduzione del 75 per cento del cuneo fiscale e contributivo può portare a un raddoppio dei nuovi posti a carattere incrementale, una visione dinamica della copertura finanziaria dovrebbe indurre le ragionerie dello Stato e della UE a consentire che una misura-shock di questo genere venisse adottata: leggi l’editoriale di Luca Ricolfi sulla Stampa di mercoledì.
GOVERNO E RAGIONERIA DEVONO RACCOGLIERE QUESTA SFIDA
Sono on line gli interventi del senatore Stefano Lepri (Pd, membro della Commissione Lavoro) e mio sul progetto Ricolfi, pubblicati dalla Stampa venerdì. Nel mio, oltre a rispondere a una critica del collega Lepri – secondo il quale il maxi-job proposto da Ricolfi ripeterebbe lo schema dell’apprendistato – sottolineo l’importanza decisiva che potrebbe avere l’adozione del metodo sperimentale per verificare la fattibilità finanziaria di progetti come questo.
IL DISOCCUPATO RILUTTANTE
Con la consueta felice ironia, Massimo Gramellini nel suo Buongiorno sulla Stampa di martedì scorso spiega perché una rigorosa “condizionalità” del sostegno del reddito ai disoccupati costituisce il presupposto indispensabile per un trattamento – come quello svizzero – molto più robusto di quello che riusciamo a garantire in Italia.
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