LE DICHIARAZIONI DI NUMEROSI ESPONENTI DI VERTICE DEL PD E DEL MOVIMENTO SINDACALE, OGGI SCHIERATI PER IL “NO”, A SOSTEGNO DELLA RIFORMA PIÙ INCISIVA DEL DIRITTO E DEL MERCATO DEL LAVORO TRA IL 2005 E IL 2010
Antologia per la Nwsl n. 312, 22 settembre 2014, tratta dal Portale della Semplificazione e della Flexsecurity
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CESARE DAMIANO E TIZIANO TREU PER IL MODELLO DANESE
Dall’Unità del 2005: «Quanto ai servizi per l’impiego è la Danimarca ad essere depositaria del «modello vincente». È questo il parere di Tiziano Treu, Cesare Damiano e Paolo Ferrero nei giorni scorsi a Copenhagen in una sorta di «missione studio». […] la forte protezione sociale, l’accompagnamento del disoccupato a ricollocarsi sul mercato del lavoro e il coinvolgimento di sindacati e imprese in questo percorso: è il golden triangle danese. «Un triangolo dorato, composto da Stato, dai sindacati e dai datori di lavoro ed è veramente un modello funzionante – spiega Damiano -. L’entrata e uscita dal mondo del lavoro in Danimarca non è un problema perché esiste una forte protezione sociale». La mobilità del lavoro investe circa 800mila persone su 4 milioni «ma non fa paura – continua l’esponente diessino – perché l’accesso a un altro impiego è garantito, anche grazie al ruolo attivo del sindacato nella gestione del sistema di orientamento e formazione».
PIERLUIGI BERSANI “LA DIREZIONE È QUELLA, PRONTO ALLA BATTAGLIA CONTRO I SINDACATI”
Dal Sole 24 Ore del 13 giugno 2009: “Ho un’idea del Paese che tiene insieme imprese e lavoro: e si fa con una riforma del welfare che arrivi a tutti. E con una riforma del mercato del lavoro che superi questo dualismo. Non va mica bene che c’è una parte di protetti e la metà che è senza tutele. Anche perché i ‘tutelati’ stanno andando man mano in pensione e sul mercato ci resteranno solo gli altri”. […] La domanda è d’obbligo: scusi ma lei propone quel contratto unico di cui parlano anche Pietro Ichino e Tito Boeri? “Non è che mi vada bene al cento per cento. Ma la direzione è quella. Questo doppio regime nel lavoro non funziona più. E sono pronto alla battaglia con i sindacati. Perché, pure loro, si dimostrano miopi. E quando tutti i protetti andranno in pensione? Cosa rimane? rimane il far west“.
MASSIMO D’ALEMA PER IL CODICE SEMPLIFICATO E LA FLEXSECURITY
Dal Foglio del 13 ottobre 2009: “Qualche settimana fa, alla presentazione del quaderno di ItalianiEuropei dedicato al lavoro D’Alema, ha appoggiato il contratto unico nella versione hard di Pietro Ichino che prevede l’eliminazione dell’articolo 18 nell’ambito del progetto per la transizione alla flexsecurity. “È il D’Alema del ‘98″, chiosava con entusiasmo in quella sede il direttore della rivista della Fondazione dalemiana Massimo Bray riferendosi agli anni delle sfide dell’ex premier alla Cgil cofferatiana”
VANNINO CHITI TRA I PRIMI PRESENTATORI DEL PROGETTO DEL CODICE SEMPLIFICATO
L’ex-Vicepresidente del Senato, che oggi dichiara “Rivolgo un invito al presidente del Consiglio: sulla delega per il lavoro eviti forzature e diktat, procedendo invece a un confronto serio e ai necessari chiarimenti. Non può esservi una delega in bianco o densa di ambiguità. È senza
fondamento e non accettabile per la sinistra rimettere in discussione ciò che resta dell’articolo 18”, è lo stesso che nel 2009 figurava come terzo firmatario, insieme a Emma Bonino e a me, del disegno di legge n. 1873, contenente la prima edizione del Codice semplificato del lavoro con la riscrittura integrale dello Statuto dei Lavoratori (e ovviamente anche dell’articolo 18).
LUIGI ANGELETTI SCHIERA L’INTERA UIL PER IL CODICE SEMPLIFICATO E LA FLEXSECURITY
Il segretario generale della Confederazione di via Lucullo, che oggi si affianca a Susanna Camusso accusando Renzi di “togliere protezioni a chi ce le ha”, è lo stesso che sul Corriere della Sera del 9 febbraio, sul Corriere della sera del 9 febbraio 2010, dichiara di condividere il progetto flexsecurity, ritenendolo una «soluzione intelligente e praticabile» e un’idea «moderna, che rende più efficiente il mercato e difende sul serio le persone», auspicando una «attenta riforma dei sistemi di protezione nel momento in cui si perde l’impiego, puntando sulla sussidiarietà e sul coinvolgimento delle associazioni territoriali». Ma ancora più significativa è la lettera di Luigi Angeletti del 7 novembre 2011 con cui egli fa proprio integralmente il progetto contenuto nel disegno di legge n. 1873/2009, invitando tutta la sua confederazione a sostenerlo.
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