JOBS ACT: IL DISCORSO NON RIGUARDA SOLTANTO L’ARTICOLO 18
Il dibattito in corso in senato sulla riforma del lavoro non può essere ridotto a uno stucchevole ripetersi della zuffa sulla disciplina dei licenziamenti: il progetto di cui si sta discutendo è molto più ampio e impegnativo. Leggi la mia intervista di oggi su Repubblica.
PENSIONI: LA CONTRORIFORMA DEI “NON ESODATI”
Se abbiamo risorse, utilizziamole per sostenere il reddito dei cinquantenni e sessantenni disoccupati incentivandone la presenza attiva nel mercato del lavoro, non l’uscita definitiva. Leggi la mia Lettera sul lavoro pubblicata sul Corriere della Sera di martedì e, sullo stesso argomento, una scheda tecnica sulle cinque “salvaguardie” già fatte. A seguito di questo intervento ho ricevuto tre messaggi di persone che, per circostanze particolarissime, possono ancora effettivamente considerarsi “esodate” secondo la nozione originaria, ma sono rimaste escluse da tutte e cinque le “salvaguardie”; proprio il ridottissimo numero di questi casi particolari, però, conferma la mia tesi: la vera questione di grande rilievo non riguarda più gli “esodati” (tranne questi pochissimi casi), bensì i disoccupati ultracinquantenni. Per i quali va messo a punto un trattamento di disoccupazione adeguato, in riferimento ai loro problemi specifici, che li aiuti e stimoli a rimanere attivi.
SE RYAN AIR CERCA LAVORATORI A BOLOGNA E NON NE TROVA
Ai giovani oggi manca, oltre all’orientamento scolastico e professionale, anche la motivazione necessaria per una ricerca efficace del lavoro: leggi l’intervista ad Andrea Ichino pubblicata sul Resto del Carlino di oggi.
ARRIVEDERCI A SETTEMBRE
E BUON FERRAGOSTO A TUTTI!
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