LA CONGIUNTURA RECESSIVA CHE È TORNATA A MANIFESTARSI NELL’ECONOMIA ITALIANA IMPONE UNA ACCELERAZIONE DELL’ITER DELLE RIFORME DEL LAVORO E DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE, PER APRIRE IL PAESE AGLI INVESTIMENTI STRANIERI
Dichiarazioni rese, rispettivamente, all’Agenzia di stampa AGI e a RAI-News e il 6 agosto 2014, a seguito della pubblicazione dei dati Istat che attestano il ritorno dell’economia italiana in situazione di recessione
AGI-AGENZIA GIORNALISTICA ITALIANA
I dati pubblicati oggi sull’andamento generale dell’economia italiana confermano drammaticamente la necessità di un aumento del flusso degli investimenti. Oggi questo aumento può venire soltanto dal mercato internazionale dei capitali nel settore privato e dall’Unione Europea nel settore pubblico. Su entrambi i versanti il presupposto decisivo è costituito dalle riforme del lavoro e delle amministrazioni pubbliche, in particolare di quella della giustizia. Il premier Renzi è stato criticato per avere chiesto maggiore velocità nel varo di queste riforme; in realtà l’Italia è già in ritardo su queste riforme. Per quel che riguarda il disegno di legge delega in materia di lavoro, la sua importanza decisiva è evidente se si considera che oggi in Italia le imprese hanno difficoltà nel trovare la manodopera qualificata e specializzata di cui hanno bisogno, mentre i lavoratori restano legati alle imprese di origine anche quando queste stanno chiudendo o hanno necessità di ridurre gli organici, e la disoccupazione giovanile è al 40 per cento. La questione della mobilità del lavoro è cruciale anche per la riforma delle amministrazioni pubbliche, il cui funzionamento non può più essere centrato sugli interessi degli addetti. Di fronte alla gravità della situazione e dei rischi che essa comporta, l’accelerazione del cammino di queste riforme è indispensabile per ridare fiducia sia agli operatori internazionali sia ai consumatori italiani; ma anche per creare le condizioni politiche indispensabili per l’attivazione dei meccanismi di politica economica e industriale europea centrati sull’emissione degli euro-bond.
RAI-NEWS
Roma, 6 ago. (TMNews) –
“I dati diffusi questa mattina dall’Istat sul calo del Pil dello 0,2% nel
II trimestre sono veramente preoccupanti. Dimostrano quanto sia urgente
che l’Italia compia quelle riforme strutturali che sono nel programma del
governo ma che sono in ritardo. È stato criticato il presidente del Consiglio
per aver previsto un calendario troppo veloce: la realtà è che siamo in ritardo
rispetto a quel calendario, che invece era necessario rispettare”. Lo ha
dichiarato Pietro Ichino, senatore di Scelta Civica, intervenendo ai microfoni
di Rainews 24. “Siamo in ritardo sulla riforma del lavoro, su quella
delle Amministrazioni, il problema della Giustizia – ha proseguito – richiede
interventi molto incisivi ed efficaci e dobbiamo tutti renderci conto che se
non si mettono a loro posto tutte le tessere del mosaico, e molto in fretta,
l’Italia rischia grosso, rischia di perdere molto di più di quanto non sia
nella percezione di tutti”. “Lo scenario che oggi presenta
l’Istat – ha spiegato Ichino – è quello di un notevole scostamento dei dati
rispetto alle previsioni. La legge di stabilità dovrà colmare questo gap. Le
soluzioni sono possibili a condizione che ci sia la disponibilità effettiva di
incidere profondamente in settori che non funzionano della spesa
pubblica”. “La Commissione Europea – ha detto ancora Ichino –
conosce bene i tanti problemi italiani. Se vedrà un Paese capace di mantenere
gli impegni, di fare quello che ha indicato essere il proprio programma, non
mancherà l’aiuto e anche la flessibilità necessaria nell’attuazione dei
trattati. Ma affinché questa flessibilità della Commissione ci sia occorre che
l’Italia faccia per davvero ciò che ha enunciato come proprio programma. Su
questo terreno – ha concluso il senatore di Sc – denunciamo ancora troppe
resistenze anche all’interno della maggioranza e in particolare del partito di
maggioranza relativa”.