LA “RIVOLUZIONE” NEGLI UFFICI PUBBLICI STA NEL PORRE AL CENTRO NON PIÙ L’INTERESSE DEGLI ADDETTI, MA L’INTERESSE DEI CITTADINI E UTENTI
Dichiarazione di voto per il Gruppo di Scelta Civica sulla legge di conversione del decreto-legge 24 giugno 2014 n. 90 in tema di amministrazioni pubbliche, svolto in Senato nella sessione antimeridiana del 5 agosto 2014 – V. anche il mio intervento nella discussione generale sullo stesso decreto, del giorno precedente
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Ichino. Ne ha facoltà.
ICHINO (SCpI). – Signor Presidente, Signora Ministro, sulla parte più rilevante dei contenuti di questo provvedimento legislativo abbiamo già detto ieri in sede di discussione generale e, per la parte relativa ai risvolti previdenziali e al ricambio generazionale, anche alla relazione che ho svolto alla Commissione Lavoro sullo stesso decreto sabato mattina. Non è sui contenuti specifici che torniamo dunque ora, per dichiarare il nostro voto di fiducia al Governo su questo provvedimento, ma sulla replica che abbiamo ascoltato da Lei, Signora Ministro, questa mattina.
Lei ha detto, e noi concordiamo con lei senza riserve su questa affermazione, che la questione cruciale è quella della capacità di applicare le norme, farle funzionare nel corpo vivo delle amministrazioni, prima ancora che riscriverle. Questo è il grande problema che dobbiamo affrontare con urgenza: perché – è grave e triste dirlo, ma questa è la cruda realtà – paradossalmente le amministrazioni pubbliche oggi costituiscono l’area di più intensa disapplicazione della legge dello Stato: sono attualmente del tutto disapplicate le norme vigenti in tema di rilevazione delle eccedenze di organici, in tema di attivazione d’ufficio delle procedure di mobilità di cui all’articolo 33 del testo unico del 2001, in tema di responsabilità del dirigente per il raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 21 dello stesso testo unico. Sono quasi del tutto disapplicate le norme vigenti in materia di valutazione dei dirigenti e di commisurazione delle retribuzioni al merito. È troppo largamente disapplicata, nel settore pubblico, soprattutto una norma antica che lei, signora Ministro, ha implicitamente richiamato nella sua replica: quella che impone a ogni impiegato, incominciando dai dirigenti, di applicare nello svolgimento della sua prestazione la “diligenza del buon padre di famiglia”. “Diligenza” è espressione che deriva da diligere, cioè “amare”; questa norma, tanto importante quanto sconosciuta, significa che ognuno deve svolgere la propria prestazione “amando” il cittadino che sta servendo come un buon genitore ama un proprio figlio. Lei lo ha detto, ministro Madia: le nostre amministrazioni pubbliche non devono più essere – come lo sono state troppo a lungo – prioritariamente al servizio di se stesse, non devono considerare come prioritario l’interesse di chi vi è addetto, ma devono porre al centro l’interesse del cittadino, avere questo come proprio criterio fondamentale.
Questa, non altra, è la rivoluzione copernicana che dobbiamo compiere: mettere al centro del sistema l’interesse dei cittadini e non più quello degli addetti alle amministrazioni. Valutare dirigenti e impiegati in relazione al raggiungimento degli obiettivi fissati, di obiettivi specifici, precisi e misurabili, in relazione alla soddisfazione dei cittadini.
Il voto di fiducia che il Gruppo di Scelta Civica si appresta a esprimere significa essenzialmente questo: fiducia nell’impegno a compiere per davvero questa rivoluzione. Sul piano dell’implementazione più e prima che su quello dei – pur in qualche misura necessari – interventi legislativi. Su questo terreno, ministro Madia, noi siamo impegnati con il Governo fino in fondo e nel modo più incisivo.